L’Algeria investe negli impianti di desalinizzazione: la mossa contro la siccità 

In Algeria il piano contro la siccità: 5,4 miliardi di dollari per potenziare i più grandi impianti di desalinizzazione dell'Africa
MeteoWeb

L’Algeria ha in programma di spendere 5,4 miliardi di dollari per potenziare quelli che sono già i più grandi impianti di desalinizzazione dell’Africa, mentre il cambiamento climatico aumenta la pressione sulle riserve idriche dei membri dell’OPEC. Secondo Lotfi Zennadi, amministratore delegato della statale Algerian Energy, 5 nuovi impianti che dovrebbero entrare in funzione quest’anno aumenteranno la quantità di acqua potabile che il Paese del nordafricano avrà la capacità di produrre dal Mediterraneo da 2,2 milioni a 3,7 milioni di metri cubi al giorno.

Zennadi ha aggiunto che entro il 2030 sono previste altre 6 installazioni. La spinta arriva mentre l’Algeria è alle prese con un drastico calo delle precipitazioni negli ultimi due decenni, che sta prosciugando i bacini e contribuendo agli incendi boschivi. Lo scorso giugno sono scoppiate delle forti proteste in una città desertica colpita dalla siccità, dopo che le autorità hanno introdotto il razionamento dell’acqua. L’iniziativa dell’Algeria la spinge in prima linea in una tendenza crescente in Africa, dove la popolazione in forte crescita e le carenze idriche più frequenti indotte dal clima stanno costringendo i Paesi ad aumentare gli investimenti nella desalinizzazione, nonostante gli alti costi. La desalinizzazione è un processo già favorito dagli Stati ricchi della penisola arabica, dove quasi tutta l’acqua potabile proviene dal mare. Uno degli impianti più grandi al mondo si trova a Jebel Ali, una vasta area di Dubai.

La gestione degli impianti a AEC

AEC, una sussidiaria della compagnia petrolifera statale Sonatrach, sarà proprietaria e gestirà gli impianti, che utilizzeranno il processo ad alta intensità energetica dell’osmosi inversa. Non è chiaro quanto gas naturale sarà necessario per produrre elettricità per gli impianti. Sfruttare le vaste riserve di risorse algerine potrebbe potenzialmente influenzare le quantità in eccesso per l’esportazione ambite dai principali mercati europei.

Tripoli ora punta ad ottenere il 60% della sua acqua potabile dalla desalinizzazione entro l’inizio del decennio, rispetto all’attuale 42%. Le autorità stanno investendo 2,4 miliardi di dollari nella prima fase e 3 miliardi di dollari nella seconda, e ciascuna delle 11 strutture sarà in grado di produrre fino a 300.000 metri cubi di acqua potabile al giorno. Ciò culminerà in una capacità totale di circa 5,8 milioni di metri cubi entro il 2030. Zennadi ha spiegato che AEC addebiterà al distributore statale Algérienne Des Eaux 52-100 dinari (0,39-0,76 dollari) al metro cubo per l’acqua. I consumatori pagheranno invece solo una frazione di quella cifra, con il governo che sovvenzionerà il 95% del costo.

Condividi