L’ultimo rapporto annuale “The Lancet Countdown on Health and Climate Change” lancia un allarme urgente sui danni causati dagli eventi meteo estremi e le loro ripercussioni sulla salute globale. Negli ultimi dieci anni, il 61% della superficie terrestre ha registrato un aumento di fenomeni climatici estremi come inondazioni, siccità e ondate di calore. Questo fenomeno non solo minaccia la vita delle persone, ma sta mettendo sotto pressione le economie mondiali, con perdite stimate in circa 227 miliardi di dollari all’anno tra il 2019 e il 2023. Queste perdite, pari al PIL di oltre metà delle economie globali, segnalano una crisi che non può essere ignorata.
Inoltre, il rapporto evidenzia come le temperature anomale e i periodi di siccità stiano incidendo gravemente sulla sicurezza alimentare globale: nel 2023, quasi metà della superficie terrestre è stata colpita da almeno un mese di siccità estrema. Questo aumento delle condizioni aride ha portato a un aggravamento dell’insicurezza alimentare, colpendo 151 milioni di persone in più rispetto al periodo 1981-2010.
Parallelamente, il cambiamento climatico sta contribuendo alla diffusione di malattie infettive mortali. Nel 2023, i casi di dengue, malattia veicolata dalle zanzare Aedes, hanno toccato un massimo storico con oltre 5 milioni di nuovi contagi. Anche la malaria e altre malattie virali come il Nilo Occidentale e la vibriosi sono in aumento, estendendosi anche in aree che in passato non erano considerate a rischio.
La crisi climatica sta anche decimando le foreste, con 182 milioni di ettari persi tra il 2016 e il 2022, riducendo la capacità naturale del pianeta di assorbire anidride carbonica e contrastare il riscaldamento globale. Questo trend allarmante si riscontra in particolare in paesi come Russia, Stati Uniti e Canada, con gravi implicazioni per la biodiversità e il bilancio globale del carbonio.
Gli esperti avvertono che questi dati evidenziano la necessità di azioni immediate e concertate per limitare l’impatto della crisi climatica sulla salute globale. La comunità scientifica chiede una decisa riduzione delle emissioni di gas serra, un incremento delle misure di adattamento ai cambiamenti climatici, e un rafforzamento delle risorse per i sistemi sanitari, particolarmente nelle regioni più vulnerabili.
Il rapporto, realizzato in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e altre istituzioni, non solo documenta la gravità della situazione ma esorta i governi a intraprendere misure radicali prima che gli effetti sulla salute diventino irreversibili.