La relazione tra l’estensione della copertura nevosa e la circolazione atmosferica rappresenta un aspetto fondamentale per comprendere il comportamento del vortice polare durante l’inverno. Studi recenti hanno evidenziato che un’estensione anomala della neve, in particolare nei mesi autunnali, può influenzare significativamente il rafforzamento o l’indebolimento del vortice polare, con ripercussioni dirette sul clima invernale.
Attualmente, i modelli meteorologici ad alta risoluzione, come quelli del NCEP e di GFS, indicano una copertura nevosa superiore alla norma in Siberia, mentre in Nord America si osserva una lieve riduzione rispetto agli anni precedenti. Questi dati sono confermati dal Rutgers Snow Lab, che rileva un’anomalia positiva di neve nella regione eurasiatica, con una copertura che ha superato i 10 milioni di chilometri quadrati in Eurasia, il terzo valore più alto degli ultimi venti anni. Questa maggiore presenza di neve in Siberia è particolarmente significativa, poiché può incidere sul raffreddamento dell’aria sovrastante e contribuire all’indebolimento del vortice polare.
L’aumento della copertura nevosa modifica la riflettività del suolo, causando un raffreddamento dell’aria che favorisce l’emissione di energia verso l’alto, creando condizioni favorevoli per un indebolimento del vortice polare nella stratosfera. Le attuali previsioni meteorologiche indicano anche anomalie di temperatura stratosferica, con riscaldamenti localizzati nel settore occidentale del circolo polare, un ulteriore segnale di un vortice polare già fragile all’inizio della stagione invernale 2024/2025.
Le analisi dei modelli stratosferici mostrano una progressiva riduzione delle velocità dei venti zonali a 10 mb tra dicembre e gennaio, suggerendo una debolezza strutturale del vortice polare. Questa situazione potrebbe predisporre il sistema polare a eventi di riscaldamento improvviso della stratosfera, noti come Sudden Stratospheric Warming (SSW). Tali eventi possono portare al collasso del vortice polare, con conseguenze importanti sui pattern meteorologici, soprattutto nelle regioni temperate.
Se il vortice polare dovesse collassare, le conseguenze potrebbero includere ondate di freddo intenso nelle aree temperate, potenzialmente influenzando il clima globale. Un vortice polare debole o collassato aumenta la probabilità di eventi meteorologici estremi, come gelate e nevicate fuori stagione, e potrebbe rendere l’inverno 2024/2025 più rigido e instabile rispetto agli standard.
L’interazione tra la copertura nevosa e il vortice polare potrebbe giocare un ruolo chiave nel determinare l’andamento dell’inverno 2024/2025. Gli esperti continueranno a monitorare attentamente le condizioni stratosferiche e la distribuzione della neve, dato che le previsioni indicano una stagione invernale con maggiore variabilità climatica e possibili ondate di freddo più intense.