Il Consorzio dei Canali di Bologna si prepara a intervenire sui danni causati dall’alluvione di sabato 19 ottobre. Il primo intervento riguarderà la canaletta Ghisiliera, responsabile dell’esondazione ai Prati di Caprara e dell’allagamento del tunnel vicino all’ospedale Maggiore. Si tratta di una derivazione sotterranea del Canale di Reno che è stata “fortemente danneggiata” dalla furia del torrente Ravone e che ha origine da via Sabotino (all’altezza dell’imbocco di via Guerrini).
“L’ufficio tecnico è attualmente attivo 24 ore su 24 per monitorare e ispezionare il reticolo idraulico, pianificando interventi di manutenzione straordinaria – spiega il consorzio sulle proprie pagine social – ci concentreremo sulla canaletta Ghisiliera fortemente danneggiata dall’esondazione del torrente Ravone”.
Altri interventi sono poi necessari sul Canale di Reno a Casalecchio, “oggetto di frane alla Chiusa e al Paraporto Scaletta“, ma anche nella zona di Parco Zanardi alla Croce. Infine, “procederemo sulla rimozione di fango e detriti dal Canale di Reno, in particolare nel tratto che va da via Sacco e Vanzetti (nella zona della Certosa, ndr) fino a via Marconi”. Quanto al Canale di Savena, sono stati registrati “smottamenti in zona via Corelli”. Per ovvi motivi, tutte le visite guidate ai canali sotterranei sono state annullate.
Piogge eccezionali
“Negli ultimi 30 giorni – ricorda il consorzio dei Canali di Bologna – il nostro bacino idrografico ha subito piogge eccezionali, con livelli del fiume Reno e del torrente Savena superiori a quelli di maggio 2023 e di settembre, portando a una situazione di allerta culminata nell’alluvione di sabato 19 ottobre”.
Durante l’emergenza dello scorso fine settimana, “il Canale di Reno, già in secca, non ha potuto accogliere tutte le ingenti quantità d’acqua provenienti dai rii collinari e dal torrente Ravone, superando la sua capienza massima”. La zona di via Riva di Reno e via Lame “è stata fortemente colpita – continua il consorzio – in quel punto il canale era scoperto a causa dei lavori per il tram e un volume d’acqua doppio rispetto a maggio 2023 si è riversato su un’area di cantiere a cielo aperto, non su un canale presidiato da opere finite”.