“Duemila ettari di terreni agricoli finiti sommersi, colture compromesse, strutture aziendali danneggiate, abitazioni allagate. A poche settimane dalla precedente alluvione che aveva già colpito parzialmente i nostri territori, ci troviamo nuovamente a contare i danni nell’Area Metropolitana di Bologna: una situazione che, se non si interviene, continuerà a ripetersi, complice anche il cambiamento climatico. È essenziale cambiare completamente l’intero quadro normativo, burocratico e operativo, ancora troppo legato al passato, per aggiornarlo alla crisi che stiamo vivendo”. È questo il commento di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, all’indomani della tremenda alluvione che ha colpito l’intera Area Metropolitana di Bologna e la Regione Emilia-Romagna.
Nel territorio bolognese le precipitazioni, che si sono abbattute sui suoli già saturi di acqua per precedenti piogge, hanno raggiunto i 120mm in montagna, i 170–180mm in collina e i 50mm in pianura. Molti corsi d’acqua dell’Area Metropolitana di Bologna sono inoltre esondati: il Ghironda ad Anzola, il Lavino a Sala Bolognese, il Navile a Bologna, il Savena a Baricella, la Quaderna a Selva Malvezzi, l’Idice a Budrio e ad Argenta, e il Sillaro a Castel Guelfo e nell’imolese.
La prima stima
Secondo una prima stima raccolta da Confagricoltura Bologna, oltre 2000 ettari di terreni sono stati allagati e più di 50 aziende agricole sono state danneggiate pesantemente dall’alluvione. Alcune di queste risultano ancora isolate, soprattutto nelle aree collinari, a causa dell’impraticabilità delle strade dovuta a frane e smottamenti.
“È ancora presto per stimare con precisione i danni subiti dal settore agricolo, ma sono davvero ingenti. Molte aziende hanno perso tutto, altre rischiano lo stesso destino. È fondamentale che le istituzioni agiscano con urgenza, offrendo sostegni economici certi e, soprattutto, tempestivi – commenta il presidente Venturi – Non intendo puntare il dito contro la Regione Emilia-Romagna o il Governo, ma è necessario un cambiamento rapido. Dallo scorso maggio 2023, abbiamo assistito a continui rimpalli di responsabilità che hanno solo ritardato l’intera macchina burocratica, già di per sé complessa, lasciando sole famiglie e imprese che chiedevano solo un supporto economico per ripartire. Speriamo che, dopo quest’ennesima tragedia, si cambi finalmente passo e si lavori tutti assieme affinché situazioni simili non si ripetano”.
Confagricoltura Bologna ritiene che sia necessario “riformare profondamente il modo di prevenire e gestire questi disastri naturali, troppo ancorato a modelli del passato e non adatti al presente. Prima di tutto, è indispensabile identificare con chiarezza chi deve intervenire su cosa: efficientare la manutenzione e la tutela del territorio, garantendo sicurezza ai cittadini e alle imprese che investono nelle loro attività, è prioritario. Riteniamo fondamentale risarcire anche le aree montane e collinari, spesso trascurate e che, dopo questa alluvione, rischiano un ulteriore abbandono a causa di una viabilità compromessa per via di frane e smottamenti. Serve un piano operativo rapido e concreto per rilanciare questi territori. Non bisogna ricordarsi di loro solo quando si vogliono fare percorsi turistici o escursionistici, ma tutto l’anno. Serve una progettualità che, nonostante le continue promesse degli ultimi anni, non si è ancora vista”.