Bologna sta lentamente tornando alla normalità dopo l’alluvione del 18 ottobre, che ha danneggiato 1.400 punti in città, coinvolgendo 120 strade e costringendo circa 500 persone a lasciare temporaneamente le loro case. Dopo l’ultima riunione di questo pomeriggio, all’inizio della prossima settimana verrà formalmente chiuso il Coc, il Centro Operativo Comunale che era stato aperto per gestire l’emergenza.
L’impatto del nubifragio che ha travolto Bologna è stato talmente forte che il torrente Zena in un punto si è praticamente sdoppiato, nel senso che l’acqua ha creato un secondo alveo. Lo racconta il sindaco metropolitano Matteo Lepore, che negli ultimi giorni ha girato il territorio provinciale con sopralluoghi nelle zone più colpite dall’alluvione. “In questi giorni ho imparato in fretta che l’idraulica è una scienza spietata”, afferma Lepore in conferenza stampa. In Val di Zena, ad esempio, “si è creato un secondo alveo di fianco allo Zena“, segnala il sindaco: “se andate lì, trovate un fiume di fianco al fiume”.
In carico al Comune 70 famiglie
Sono state 1.232 le richieste di assistenza ricevute tra il 19 e il 27 ottobre attraverso il form diffuso da Palazzo d’Accursio, 3.664 chiamate ricevute dalla centrale radio della Polizia locale, 1.351 le chiamate ricevute dal call center del Comune, ben 13.000 le utenze disalimentate pari a circa 45.000 persone che si sono ritrovate senza luce e senza riscaldamento. Tutte situazioni che progressivamente “stiamo sistemando”, assicurano il sindaco Matteo Lepore e la delegata alla Sicurezza, Matilde Madrid, per i quali adesso però “si apre una nuova fase”.
Al momento sono in carico ai servizi del Comune 70 nuclei familiari di cui 20, per un totale di circa 50 persone, sono ospitati in albergo. Inoltre gli uffici sono impegnati nel contattare telefonicamente, in questi giorni, gli 800 anziani fragili residenti nelle strade alluvionate. “La prossima settimana – annuncia il sindaco – incontrerò Fondazione Carisbo, Fondazione Del Monte e la Camera di Commercio per definire che cosa ognuno di noi può definire e fare”.
Nell’immediato, poi, è previsto un piano di potenziamento della Protezione Civile non solo per Bologna ma anche per la città metropolitana, il cui coordinamento sarà affidato al capo della segreteria politica del sindaco, Enrico Di Stasi, e incontri “caseggiato per caseggiato” per spiegare ai cittadini come comportarsi in caso di emergenza.