La Bosnia Erzegovina meridionale ha recentemente subito un evento meteorologico estremo che ha portato inondazioni e frane, con un tragico bilancio di 18 vittime. L’evento è stato innescato da un temporale autorigenerante, un fenomeno atmosferico in cui un sistema temporalesco rimane bloccato sulla stessa area, scaricando enormi quantità di pioggia per un periodo prolungato. Questa situazione ha provocato il distacco di frane sui pendii calcarei della regione, causando distruzione e perdite umane. Il sistema temporalesco si è sviluppato nel settore caldo di un vortice depressionario, che ha creato condizioni favorevoli alla convezione intensa.
Inoltre, la presenza di un fiume atmosferico, una corrente di umidità che si estende dalle latitudini sub-tropicali atlantiche fino al Mediterraneo, ha ulteriormente alimentato il temporale, contribuendo a mantenerlo stazionario per diverse ore.
Ma perché questi fenomeni estremi hanno colpito i Balcani e non il versante adriatico dell’Italia? La risposta si trova nella combinazione tra dinamiche atmosferiche e caratteristiche orografiche. La Bosnia Erzegovina e, in generale, il versante balcanico, sono caratterizzati da catene montuose che facilitano il sollevamento delle masse d’aria umida provenienti dal Mediterraneo. Quando queste correnti incontrano i rilievi, vengono sollevate e raffreddate, portando alla formazione di nubi e alla caduta di piogge torrenziali.
In Italia, il versante adriatico non presenta rilievi comparabili a quelli balcanici. Le Alpi Dinariche, che si trovano lungo il versante balcanico, fungono da barriera naturale, trattenendo e sollevando l’aria umida e favorendo lo sviluppo di temporali stazionari. Di conseguenza, la costa italiana riceve quantità di pioggia significativamente inferiori rispetto al lato balcanico. Inoltre, le correnti atmosferiche tendono a spostare l’umidità verso i Balcani, lasciando la parte italiana in condizioni relativamente secche.
Questi eventi sottolineano come la configurazione geografica e le dinamiche atmosferiche possano influire drasticamente sull’intensità e sulla localizzazione degli eventi climatici estremi, evidenziando differenze importanti tra le due sponde dell’Adriatico.