“Lo stiamo vedendo da mesi e in queste ore ne abbiamo la riprova: la pioggia caduta in poche ore in Emilia Romagna, con 170mm a Bologna, è una quantità eccezionale ma in linea con la crisi climatica in corso. Un cambiamento climatico che non si può assolutamente negare. Una quantità d’acqua, come quella caduta sulla nostra regione, in passato si contava dopo giorni di pioggia, ora dopo alcune ore. E per farla defluire servono interventi che in alcuni casi sono stati fatti o sono in corso ma che vanno sicuramente implementati, occorre ripensare il nostro territorio. Occorre una rete idrica, di smaltimento, adeguata“. A sottolinearlo all’Adnkronos è Paride Antolini, Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna.
Alla luce della nuova alluvione, Antolini auspica “un ridimensionamento, un adeguamento se non una riprogettazione di tutta la rete. Quando abbiamo queste piogge il nostro reticolo idrografico va in crisi per cui occorre adeguarlo per contenere e contrastare questi eventi”. Interventi diversificati, secondo il Presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, in base al territorio ma con l’obiettivo comune di “ridare spazio all’acqua senza se e senza ma”.
Nell’emergenza “si invoca sempre la pulizia dei fiumi ma – sottolinea – la manutenzione, che sicuramente serve, non basta. In alcune zone si potranno fare casse di espansione, in altre situazioni vanno create aree di laminazione, e in altre si può pensare alla tracimazione controllata trovando un’adeguata compensazione per i danni che subirà l’agricoltura che insiste in quell’area. Perché quando si andranno a fare opere in un territorio così urbanizzato sarà inevitabile toccare interessi ma tutta la popolazione deve capire che si tratta di interventi necessari. Non si può fare diversamente, altrimenti ci saranno allagamenti continui, sempre più frequenti. C’è un regime di piovosità che è cambiato, non si può sostenere il contrario”.