La Spagna è stata colpita da un violento evento meteorologico che ha causato devastanti alluvioni. Al momento, sono almeno 51 le vittime accertate, con numerose persone ancora disperse, secondo il Centro di Coordinamento Operativo Integrato del Ministero dell’Interno spagnolo. Alla base di questo disastro c’è un fenomeno atmosferico noto come DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), che, attraverso un processo di formazione unico, ha portato a precipitazioni torrenziali concentrate su vaste aree della costa mediterranea.
La DANA è una depressione atmosferica che si forma in alta quota, distaccandosi dalle normali correnti del jet stream e rallentando a sufficienza da diventare un nucleo quasi autonomo e persistente di aria fredda in quota. In queste situazioni, l’aria fredda, isolata rispetto al flusso principale, si abbassa a livelli inferiori e entra in contatto con l’aria calda e umida proveniente dal Mediterraneo, scatenando precipitazioni intense e prolungate. Questo tipo di fenomeno è più frequente in autunno, quando le temperature del Mediterraneo sono ancora elevate, e quindi in grado di alimentare le perturbazioni con abbondante umidità.
Le caratteristiche della DANA e il rischio di piogge intense
Il verificarsi di piogge torrenziali sulla costa mediterranea spagnola, come nel caso attuale, è una caratteristica ben documentata del clima di questa regione, particolarmente vulnerabile a eventi di questo tipo. La DANA, grazie al suo flusso di aria fredda, intensifica il gradiente termico verticale e innesca potenti correnti ascensionali. In combinazione con l’umidità del Mediterraneo, può dare luogo a temporali che scaricano notevoli volumi di pioggia in poco tempo. Tali condizioni si verificano più spesso in autunno, poiché il mare caldo fornisce un’enorme quantità di vapore che alimenta le perturbazioni. È un processo complesso e la sua intensità dipende da diversi fattori: le correnti d’aria superiori, la temperatura marina, l’umidità e la configurazione orografica delle coste, che amplifica la concentrazione della pioggia.
Una caratteristica importante di questi eventi è l’elevata variabilità pluviometrica: periodi di estrema siccità possono improvvisamente trasformarsi in piogge abbondanti, che inondano le aree urbane. La Comunità Valenciana è una delle regioni spagnole più esposte a fenomeni di questo tipo, con precipitazioni che a volte superano i 200 mm in un solo giorno. Durante l’evento recente, son stati registrati 435 mm di pioggia in 6 ore.
Il precedente del 1957: la storica alluvione di Valencia
Il dramma di questi ultimi giorni richiama alla mente una delle alluvioni più devastanti che abbiano mai colpito la città di Valencia: quella del 1957. All’epoca, una DANA si formò nel Mediterraneo e provocò precipitazioni record nelle aree montane e nella valle del Turia, accumulando un volume d’acqua eccezionale nei fiumi e nei torrenti che alimentano il bacino del Turia. La notte tra il 13 e il 14 ottobre, il fiume esondò, portando morte e distruzione nella città. I quartieri più bassi furono inondati con punte di 3 metri d’acqua, con centinaia di morti e danni enormi. L’evento causò una revisione radicale della pianificazione idrica e portò alla creazione del “Plan Sur”, che deviò il corso del fiume Turia fuori dalla città, costruendo un canale artificiale per evitare future inondazioni di questa portata.
L’alluvione del 1957 è spesso ricordata come esempio di “gota fría”, un fenomeno meteorologico con caratteristiche simili alla DANA, che storicamente ha spesso colpito la costa spagnola in autunno. Durante l’alluvione del 1957, furono registrate piogge di oltre 200 mm in poche ore nelle aree montuose a Nord di Valencia, dove la morfologia dei rilievi favorisce la condensazione delle nubi e incrementa l’intensità delle precipitazioni. Le piogge continuarono incessantemente per due giorni, saturando i bacini idrici e portando alla rottura dei sistemi di contenimento, con conseguenze catastrofiche. A causa della topografia, la regione valenciana è particolarmente vulnerabile: i rilievi costieri contribuiscono a concentrare le piogge nelle valli fluviali, mentre i venti umidi dall’Est aumentano la probabilità di forti piogge.