Il 2024 è stato caratterizzato da importanti tempeste in Europa, che hanno causato alluvioni in moltissimi stati, dai settori centrali del continente a quello balcanico e mediterraneo. L’ultima è stata quella che ha travolto il Sud e l’Est della Spagna tra 29 e 30 ottobre, causando devastazione e oltre 90 vittime solo nella Comunità Valenciana, lasciata letteralmente in ginocchio dalla furia dell’acqua.
Solo a settembre, la tempesta Boris aveva devastato l’Europa centrale (Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovacchia, Germania, Ungheria) e poi anche l’Emilia Romagna, con un bilancio complessivo di quasi una trentina di vittime.
Ma il 2024 ha visto anche il forte maltempo causato dalla coda dell’ex uragano Kirk, le gravissime alluvioni che hanno provocato una ventina di morti in Bosnia a inizio ottobre e l’alluvione in Costa Azzurra a fine settembre. Anche l’estate è stata caratterizzata da eventi alluvionali, come quelli che hanno colpito Piemonte e Valle d’Aosta a luglio o quello che ha stravolto il sud della Germania a giugno. A gennaio, invece, la tempesta Henk si era abbattuta su Francia e Gran Bretagna.
Secondo una risoluzione approvata al Parlamento europeo proprio dopo l’impatto della tempesta Boris, negli ultimi 30 anni le inondazioni in Europa hanno colpito 5,5 milioni di persone, causando quasi 3.000 vittime e oltre 170 miliardi di euro di danni economici.
Denominatore comune l’aumento delle temperature
“Il comune denominatore” di queste alluvioni “è l’aumento delle temperature che, fra i suoi effetti, ha anche quello di aumentare esponenzialmente la capacità dell’atmosfera di contenere vapore acqueo”, spiega Dino Zardi, fisico dell’atmosfera all’Università di Trento. “L’atmosfera più umida è anche più instabile, cioè sviluppa più facilmente moti verticali di sollevamento dovuti alla convezione, causando precipitazioni più copiose. Negli anni, infatti, abbiamo osservato un aumento dell’intensità dei fenomeni estremi. C’è anche la sensazione diffusa che stia aumentando la loro frequenza, ma per dirlo con certezza servirà una statistica più robusta”.
Gli eventi estremi di 2023 e 2021
Secondo i dati del programma Copernicus, nel 2023 le inondazioni hanno interessato circa 1,6 milioni di persone in Europa. Un terzo della rete fluviale europea ha visto flussi superiori alla soglia di piena ‘elevata’, e si sono registrati livelli record nei principali bacini tra cui la Loira, il Reno e il Danubio, a causa di una serie di tempeste tra ottobre e dicembre.
Il 2023 è stato l’anno della grande alluvione in Emilia Romagna a maggio, mentre ad agosto sono state colpite Slovenia, Croazia e Austria.
Nel mese di luglio 2021, un disastro di proporzioni storiche si è abbattuto su Germania e Belgio, interessando anche Lussemburgo e Paesi Bassi, con un bilancio complessivo di oltre 240 vittime (quasi 200 solo in Germania). Ad agosto 2021, invece, gli eventi estremi hanno spezzato oltre 70 vittime in Turchia.
La siccità estrema del 2022
2023 e 2021 sono stati segnati da gravi alluvioni in Europa, ma gli anni sono stati intervallati dalla grave siccità che ha colpito il Vecchio Continente nel 2022. Quell’anno è stato più secco del 10% rispetto alla media e le condizioni di umidità del suolo sono state le seconde più basse degli ultimi 50 anni. Il 63% dei fiumi europei ha sperimentato flussi inferiori alla media.