La scorsa notte l’Italia ha vissuto un evento storico, di livello epocale: l’aurora boreale è stata avvistata a più riprese da tutto il Paese, persino al Sud e in Sicilia. E’ la seconda volta che succede quest’anno, un 2024 davvero epico: era accaduto nella notte tra 10 e 11 maggio, adesso è successo di nuovo a distanza di cinque mesi esatti, nella notte tra 10 e 11 ottobre. L’aurora polare si è formata a più riprese e ha dato spettacolo dapprima intorno alle 21:00, poi intorno alle 23:00 e infine, per i più perseveranti che hanno deciso di rimanere svegli, all’01:30 della notte con l’episodio più luminoso in assoluto.
Grazie a Gabriele Costanzo, possiamo osservare uno degli scatti più meridionali del fenomeno, alle isole Eolie, in Sicilia appunto:
Straordinarie le immagini di Emanuele Maiorana da Milazzo, sempre in provincia di Messina:
Lo spettacolo è stato straordinario soprattutto al Nord, ma anche da Roma l’aurora si è potuta ammirare in tutta la sua bellezza, nonostante l’inquinamento luminoso, anche ad occhio nudo. Questo evento naturale è stato provocato da una forte tempesta geomagnetica, a sua volta innescata da una grande espulsione di massa coronale del Sole. In questo caso, le particelle ad alta energia emesse dal Sole hanno raggiunto il nostro pianeta, interagendo con il campo magnetico terrestre e generando aurore boreali a latitudini insolite, inoltre, si sono verificate anche interferenze alle infrastrutture tecnologiche, come reti e comunicazioni. L’aurora boreale di questa notte è stata ovviamente straordinaria anche alle alte latitudini, una delle più belle e luminose mai viste secondo le testimonianze di chi vive in Svezia, Norvegia, Finlandia e Canada. Eccezionali anche le fotografie da Londra e New York: l’aurora ha incantato mezzo mondo!
La tempeste geomagnetica è ancora in corso
È ancora in corso la forte tempesta geomagnetica iniziata alle 17:15 italiane del 10 ottobre: a quell’ora è infatti arrivata alla Terra, con una velocità di quasi 2,5 milioni di chilometri orari, l’espulsione di massa coronale o Cme, un’espulsione di materia sotto forma di plasma, emessa dal Sole lo scorso 8 ottobre. La tempesta ha anche superato le previsioni che riguardavano la sua intensità: inizialmente, il Centro di previsione meteorologica spaziale dell’agenzia statunitense Noaa ipotizzava la classe G4, la seconda più intensa in una scala che va da G1 a G5, ma sembra invece che abbia toccato il livello massimo. “Secondo l’indice calcolato presso l’Istituto di Geofisica dell’Università di Gottinga in Germania, che risulta più accurato di quello utilizzato dalla Noaa poiché si basa su intervalli di soli 30 minuti invece che di 3 ore, la tempesta geomagnetica attualmente in corso potrebbe anche aver superato il livello corrispondente al G5“, dice all’ANSA Mauro Messerotti, docente di Meteorologia spaziale all’Università di Trieste. È impossibile, invece, prevedere quando si esaurirà la tempesta: “Quella dello scorso maggio è durata circa 1 giorno e 15 ore – commenta Messerotti – quindi anche questa potrebbe superare le 24 ore“.
Gli effetti della tempesta potrebbero aver causato ulteriori problemi nelle zone colpite dall’uragano Milton, come interruzioni nei sistemi di comunicazioni che dipendono dai satelliti in orbita terrestre bassa, disturbi nei sistemi di navigazione utilizzati dai soccorsi e ulteriore stress sulle reti elettriche già indebolite dal passaggio dell’uragano.
Cosa sono le aurore boreali
Le aurore boreali, note anche come “luci del Nord”, sono fenomeni luminosi visibili nelle regioni polari dell’emisfero settentrionale, soprattutto nelle zone vicino al Circolo Polare Artico. Il corrispettivo nell’emisfero australe è noto come aurora australe. Questo spettacolo di luci colorate nel cielo notturno è causato dall’interazione tra le particelle cariche provenienti dal Sole e il campo magnetico terrestre.
Come si formano le aurore boreali
Il fenomeno dell’aurora boreale ha origine nel Sole, che emette costantemente un flusso di particelle cariche chiamato “vento solare”. Questo flusso di particelle contiene protoni ed elettroni, che viaggiano a velocità elevate nello spazio. Quando il vento solare raggiunge la Terra, il campo magnetico terrestre devia queste particelle verso i poli magnetici. Una volta che le particelle solari raggiungono la ionosfera terrestre (tra 100 e 300 km di altitudine), interagiscono con gli atomi e le molecole di gas presenti nell’atmosfera, come ossigeno e azoto.
Durante questa interazione, le particelle solari trasferiscono energia agli atomi di gas atmosferico, eccitandoli. Quando gli atomi ritornano al loro stato fondamentale, rilasciano energia sotto forma di luce. La luce emessa può essere di diversi colori, a seconda del tipo di gas e dell’altitudine a cui avviene la reazione:
Verde: Il colore verde è il più comune ed è dovuto all’interazione delle particelle con l’ossigeno a circa 100-150 km di altezza.
Rosso: Si verifica in altitudini superiori ai 200 km ed è sempre causato dall’ossigeno, ma con un processo di eccitazione diverso.
Blu e Viola: Questi colori derivano dall’interazione con l’azoto e sono più frequenti nelle aurore a bassa altitudine (sotto i 100 km).
Quando e perché si formano le aurore boreali
Le aurore boreali sono più frequenti durante periodi di intensa attività solare, che seguono un ciclo di circa 11 anni, conosciuto come “ciclo solare“. Durante le tempeste solari, quando il Sole emette un’enorme quantità di particelle cariche in un breve lasso di tempo, le aurore diventano più intense e visibili anche a latitudini più basse del solito. La probabilità di osservare un’aurora boreale è maggiore durante le equinozi di primavera e autunno, quando il campo magnetico terrestre è più favorevole per l’interazione con il vento solare.
Le aurore boreali sono pericolose?
In generale, le aurore boreali non rappresentano un pericolo diretto per l’uomo. Tuttavia, le tempeste geomagnetiche che causano le aurore possono influenzare le tecnologie moderne:
Comunicazioni radio: Le onde radio, specialmente quelle a bassa frequenza, possono essere disturbate o bloccate.
Satelliti e GPS: Le particelle cariche possono danneggiare i circuiti elettronici nei satelliti e interferire con i segnali GPS.
Reti elettriche: Forti tempeste geomagnetiche possono indurre correnti elettriche nelle linee di trasmissione, causando blackout.
Aurore boreali in Italia: frequenza e casi storici
In Italia, le aurore boreali sono eventi rari, poiché il paese si trova a latitudini inferiori a quelle solitamente interessate dal fenomeno. Tuttavia, eventi eccezionalmente potenti possono rendere visibile l’aurora anche a latitudini più basse. Quest’anno è successo due volte, appunto, il 10-11 maggio e il 10-11 ottobre, ed è stato un bis senza precedenti nella storia.
Alcuni casi documentati recenti riguardano:
17 marzo 2015: Questa è stata una delle aurore boreali più potenti degli ultimi decenni, visibile in alcune regioni dell’Italia settentrionale.
30 ottobre 2003: Un’altra tempesta geomagnetica eccezionalmente potente che ha reso l’aurora visibile anche in Italia.
13 marzo 1989: Durante una tempesta geomagnetica che causò un blackout in Québec, anche alcune aree dell’Italia settentrionale poterono osservare l’aurora.
Documenti storici di aurore boreali in Italia
Esistono registrazioni storiche di aurore boreali visibili dall’Italia, risalenti anche a diversi secoli fa. In particolare, sono state riportate osservazioni durante il XIX secolo, quando l’attività solare aveva registrato picchi significativi. Ad esempio, documenti dell’epoca riportano di aurore visibili nel 1859, durante l’evento di Carrington, una delle più potenti tempeste solari mai registrate. Durante questo evento, le aurore furono visibili in molte parti del mondo, inclusa l’Italia.