Calabria, parte la spedizione ‘acque senza veleni’ per mappare la contaminazione

L’obiettivo di Greenpeace è realizzare la prima mappatura indipendente della contaminazione dell’acqua potabile a livello nazionale
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Arriva anche in Calabria la spedizione “Acque senza veleni” di Greenpeace Italia che, per cinque settimane, toccherà 220 città in tutte le Regioni italiane per raccogliere campioni di acqua potabile alla ricerca di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche), un gruppo di sostanze chimiche pericolose per la salute e conosciute come “inquinanti eterni”. L’obiettivo dell’organizzazione ambientalista è realizzare la prima mappatura indipendente della contaminazione dell’acqua potabile a livello nazionale. I dati relativi ai campionamenti saranno diffusi a inizio 2025.

In Calabria, Greenpeace Italia sta effettuando campionamenti a Cosenza, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Nicotera, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Catanzaro, Isola di Capo Rizzuto, Crotone, Sibari.

Una volta dispersi nell’ambiente, i PFAS si degradano in tempi lunghissimi e possono inquinare le fonti d’acqua, l’aria e le coltivazioni. Attraverso l’acqua e gli alimenti, queste molecole possono quindi diffondersi nel nostro sangue, con gravi rischi per la salute. Una di queste sostanze, il PFOA, è stato ad esempio classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole PFAS può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità.

I dati sui controlli in Calabria

Secondo i dati più recenti in possesso di Greenpeace Italia, richiesti dall’organizzazione ambientalista alla locale ARPA, la Calabria risulta una delle poche regioni italiane in cui i controlli ambientali sulla presenza di queste sostanze nelle acque superficiali e sotterranee non vengono abitualmente effettuati. Con grave ritardo rispetto alle altre Regioni italiane, solo nel 2023 ARPA Calabria si è dotata della strumentazione necessaria per misurare la presenza dei PFAS.

“Nelle prossime settimane concluderemo la raccolta di campioni di acqua potabile in tutte le Regioni italiane, inclusa la Calabria, per valutare l’estensione della contaminazione da PFAS e identificare eventuali nuove aree colpite oltre quelle già note”, spiega Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia. “Chiediamo che anche la Regione Calabria avvii quanto prima analisi approfondite sulle acque potabili e renda pubblici in modo trasparente i risultati alla collettività. In una Regione in cui l’effetto combinato tra crisi climatica e inefficienze della rete contribuisce a rendere strutturale il deficit idrico, è necessario preservare l’acqua potabile dalla contaminazione da inquinanti persistenti e pericolosi come i PFAS. Le istituzioni locali e nazionali devono garantire acqua pubblica sicura per tutti: vogliamo bere acqua pulita, libera da veleni”. 

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