Cambiamento climatico: cervi e alci minacciati da inverni miti ed estati roventi

Alcune specie di cervi, per fronteggiare il riscaldamento, possono cercare rifugio in habitat più freschi o ridurre le loro attività durante le ore più calde della giornata
MeteoWeb

Il cambiamento climatico sta alterando profondamente la vita dei cervi, ma non sempre in modo negativo. È quanto emerge da una ricerca guidata dalla Swedish University of Agricultural Sciences e pubblicata sulla rivista Global Change Biology. Lo studio ha rivelato che l’aumento delle temperature e gli inverni più miti offrono vantaggi a diverse popolazioni di cervi. Questi animali utilizzano meno energia per mantenersi al caldo e trovano cibo con maggiore facilità.

Tuttavia, per specie che vivono in climi più rigidi, come renne e caribù, le variazioni delle temperature invernali possono avere effetti deleteri. Il fenomeno del disgelo e del ricongelamento della neve può ricoprire la vegetazione con uno strato di ghiaccio, rendendo inaccessibili i licheni, la loro principale fonte di nutrimento. Inoltre, estati sempre più calde e secche rischiano di superare le tolleranze fisiologiche dei cervi, causando stress termico e aumentando la presenza di parassiti.

Nel breve termine, queste condizioni potrebbero deteriorare lo stato fisico degli animali, mentre nel lungo termine, alcune specie potrebbero spostarsi verso nord per trovare condizioni climatiche più favorevoli. Questo fenomeno è già evidente nell’alce, il cervo di maggiori dimensioni e più adattato ai climi freddi. L’alce è particolarmente sensibile alle alte temperature, e le popolazioni che vivono nelle aree meridionali della Scandinavia sono tra le più colpite dai cambiamenti climatici, tanto che potrebbero scomparire da queste regioni.

Alcune specie di cervi, per fronteggiare il riscaldamento, possono cercare rifugio in habitat più freschi o ridurre le loro attività durante le ore più calde della giornata. Tuttavia, queste strategie di adattamento potrebbero avere conseguenze negative a lungo termine sulla dinamica delle popolazioni. “Quando alci e caprioli sono sottoposti a stress“, evidenzia lo studio, “la loro massa corporea diminuisce“. E questo potrebbe avere ripercussioni anche sulle generazioni future, con una crescita ridotta delle popolazioni man mano che gli esemplari diventano più piccoli.

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