Un recente studio condotto da Gianmarco Mengaldo, Assistant Professor presso la National University of Singapore (NUS), insieme al dottorando Chenyu Dong e un team di ricercatori internazionali, ha fornito nuove e importanti informazioni sull’evoluzione della dinamica atmosferica tropicale. La ricerca, pubblicata su Nature Geoscience con il titolo “Estremi regionali dell’Indo-Pacifico aggravati da cambiamenti nelle condizioni meteorologiche tropicali“, ha adottato un approccio innovativo che analizza l’evoluzione delle condizioni meteorologiche nella regione tropicale attraverso un metodo basato sugli analoghi e sulla teoria dei sistemi dinamici. Questa branca della matematica studia l’evoluzione di sistemi complessi nel tempo e ha permesso ai ricercatori di identificare nuove configurazioni meteorologiche che sembrano favorire l’insorgenza di eventi estremi nell’area dell’Indo-Pacifico.
La particolarità di questo approccio risiede nel suo distacco dalle spiegazioni tradizionali, che attribuivano questi cambiamenti esclusivamente a fenomeni naturali come El Niño e La Niña. Lo studio suggerisce che, oltre a tali fenomeni, i mutamenti osservati potrebbero essere influenzati anche da fattori come il riscaldamento globale, la presenza di aerosol atmosferici e altri elementi ancora da chiarire.
Le condizioni meteorologiche, che si riferiscono a configurazioni ricorrenti dell’atmosfera, giocano un ruolo fondamentale nel determinare la variabilità climatica, influenzando temperature, precipitazioni e altri fenomeni. A partire dagli anni ’90, lo studio ha rilevato che alcune di queste configurazioni, un tempo rare, sono diventate più comuni, mentre altre, prima frequenti, stanno scomparendo. Questi cambiamenti includono l’intensificazione della Cella di Walker del Pacifico, un sistema climatico cruciale per la regione tropicale. Tuttavia, l’evoluzione futura di questo meccanismo rimane incerta.
I risultati sono estremamente rilevanti nel contesto del cambiamento climatico, dimostrando come le nuove condizioni meteorologiche stiano favorendo un aumento degli eventi estremi in una regione abitata da oltre un miliardo di persone e che ospita ecosistemi vulnerabili. Comprendere questi cambiamenti è essenziale per migliorare i modelli climatici e offrire indicazioni per lo sviluppo di strategie di adattamento future.
“Le ondate di calore e le precipitazioni estreme sono fenomeni meteorologici che richiedono un’attenta pianificazione da parte dei responsabili per le politiche per mitigare i loro effetti“, ha dichiarato Mengaldo. “Le ondate di calore più frequenti possono causare un’elevata domanda di elettricità, aumentare le malattie legate al calore e provocare il fallimento dei raccolti, minacciando la sicurezza alimentare. Le precipitazioni estreme, invece, possono portare a inondazioni, frane e contaminazione dell’acqua potabile. Il Sud-est asiatico necessita di maggiori studi su questi eventi per migliorare la preparazione delle comunità locali a un clima in evoluzione“.