“In che cosa consiste la revisione delle rendite catastali per chi ha usufruito del Superbonus annunciata dal ministro Giorgetti? Il ministro in realtà ha ribadito una norma varata con la Legge di Bilancio dello scorso anno e che si rifà a un vecchio decreto del ministero delle Finanze, il 701/1994, che prevede la revisione delle rendite per gli immobili che a seguito di lavori di ristrutturazione abbiano registrato un aumento di valore di almeno il 15%. La Legge di Bilancio 2024 partendo dal presupposto che con il Superbonus avvenga sempre un aumento di tale entità, ha previsto l’obbligo in tutti i casi in cui vi sia stata quell’agevolazione.
L’impatto cambierà a seconda che si tratti di abitazione principale o seconda casa. Nella prima ipotesi i proprietari non pagheranno nulla in più e potrebbero subire solo conseguenze indirette, perché l’aumento della rendita porterà all’incremento dell’Isee e sul reddito lordo ai fini Irpef visto che la prima casa va dichiarata moltiplicando per 105 la rendita ma poi dà luogo a una detrazione di pari entità annullando l’effetto sull’imposta reale. Però in tutti i casi in cui le agevolazioni sono legate al reddito lordo Irpef potrebbero sorgere problemi. Per le seconde case l’aumento delle imposte immobiliari sarebbe proporzionale all’aumento della rendita”, si legge su Il Corriere della Sera.
L’incremento in percentuale
“Si può ipotizzare che l’immobile passerà a una o due classi di rendita più alta e il computo va fatto di caso in caso. A Milano con il salto di una classe l’incremento si attesta attorno al 18%, con due classi si arriva al 38%. Sempre per la seconda casa innanzitutto l’Imu, ma anche le imposte sulle successioni e sulle donazioni, e l’Irpef nei casi in cui si tratti di una seconda casa non locata situata nel medesimo comune in cui il contribuente possiede l’abitazione principale. Inoltre per chi compra una casa sottoposta a Superbonus ci sarà da pagare al rogito un’imposta di registro più alta. Il contribuente dovrebbe segnalare alle Entrate di aver fatto i lavori e richiedere l’adeguamento. Qualora non lo facesse, arriverà la cosiddetta lettera di compliance dell’Agenzia che lo inviterà a mettersi in regola”, continua il giornale.