Cervello più vecchio di tre anni già per i 40enni che dormono male

Dai risultati è emerso che chi apparteneva al gruppo con sonno di qualità media aveva un cervello in media 1,6 anni più vecchio rispetto a chi dormiva bene
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Un sonno di qualità dopo i 40 anni potrebbe essere una protezione importante contro l’invecchiamento cerebrale. Secondo uno studio pubblicato su Neurology, infatti, chi soffre di disturbi del sonno rischia di avere un cervello “più vecchio di quasi tre anni rispetto a coetanei che dormono bene. Lo studio rivela che problemi di sonno come difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno portano a una riduzione del volume cerebrale, con un impatto misurabile sull’età del cervello già dalla mezza età.

L’invecchiamento del cervello

I problemi del sonno sono stati collegati in ricerche precedenti a una ridotta capacità di ragionamento e memoria nelle persone già in là con gli anni, e a un rischio maggiore di demenza“, ha spiegato Clémence Cavaillès, dell’Università della California di San Francisco, autrice principale dello studio. “Il nostro studio, che ha utilizzato scansioni cerebrali per determinare l’età cerebrale dei partecipanti (il grado di riduzione del volume cerebrale corrisponde a una specifica età), suggerisce che la scarsa qualità del sonno è collegata a quasi tre anni di invecchiamento cerebrale aggiuntivo già dalla mezza età.”

La ricerca ha coinvolto 589 persone con un’età media di 40 anni all’inizio dello studio. I partecipanti hanno risposto a questionari sul loro sonno sia all’inizio che cinque anni dopo, mentre le scansioni cerebrali sono state effettuate 15 anni dopo l’avvio dello studio. Gli scienziati hanno monitorato sei caratteristiche del sonno problematico: durata breve del sonno, scarsa qualità, difficoltà ad addormentarsi, problemi nel mantenere il sonno, risvegli mattutini anticipati e sonnolenza diurna.

Sulla base di questi parametri, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: chi dormiva in modo sano (con al massimo una caratteristica negativa), chi mostrava un sonno di qualità media (due o tre problemi), e chi soffriva di disturbi gravi (più di tre caratteristiche problematiche). Le scansioni cerebrali sono state poi analizzate con l’intelligenza artificiale per stimare l’età cerebrale.

Dai risultati è emerso che chi apparteneva al gruppo con sonno di qualità media aveva un cervello in media 1,6 anni più vecchio rispetto a chi dormiva bene, mentre coloro con i disturbi più gravi mostravano un invecchiamento cerebrale di ben 2,6 anni. L’invecchiamento cerebrale più marcato è stato riscontrato nei casi di difficoltà ad addormentarsi o risvegli notturni ricorrenti, soprattutto quando tali disturbi persistevano per almeno cinque anni.

Questo studio conferma che la qualità del sonno è fondamentale per preservare la salute del cervello a lungo termine, e suggerisce che prendersi cura del proprio riposo già dalla mezza età potrebbe avere effetti significativi sulla prevenzione dell’invecchiamento cerebrale.

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