Dopo il grande successo conseguito ieri dall’azienda statunitense SpaceX, che ha recuperato il suo mega razzo Starship durante un volo di prova, il Cremlino ha smentito di aver perso terreno nei confronti degli Stati Uniti nella corsa allo spazio. Con una delicata manovra effettuata per la prima volta, SpaceX è riuscita a recuperare il primo stadio della Starship, che potrebbe rappresentare un passo decisivo verso il riutilizzo di questo lanciatore pesante.
Nel frattempo, il settore spaziale russo ha sofferto per anni di un cronico sottofinanziamento, di scandali di corruzione e di ripetuti fallimenti, come la perdita della sonda lunare Luna-25 nell’agosto 2023. Alla domanda della stampa se Mosca possa essere in ritardo, in un momento in cui l’industria spaziale privata statunitense si sta sviluppando a grande velocità e la Cina e l’India sono entrate nel circolo delle potenze spaziali, il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov ha detto di “non essere d’accordo“. Lo “sviluppo (russo) è sufficientemente dinamico” e “abbastanza veloce“, ha assicurato, senza approfondire. Secondo il portavoce, “la ricerca spaziale è un processo lungo” che “non può svolgersi direttamente sotto i vostri occhi”.
Peskov ha inoltre elogiato i “grandi investimenti“, anche se la Russia prevede di dedicare circa il 40% del suo bilancio federale alla difesa e alla sicurezza nel 2025 per sostenere la sua offensiva in Ucraina. La Russia vuole ancora costruire una propria stazione orbitale per sostituire l’obsoleta Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e riprendere le missioni sulla Luna.
Nonostante il conflitto in Ucraina, lo spazio è uno degli ultimi settori in cui permangono forme di cooperazione tra Russia e Occidente. Nell’ambito delle sanzioni internazionali contro la Russia, l’Occidente ha posto fine alla collaborazione con l’agenzia spaziale russa Roscosmos, ma le navicelle Soyuz sono ancora uno dei veicoli più importanti per l’industria spaziale russa.