La lunga battaglia giudiziaria di cinquanta famiglie, che hanno perso i propri cari durante la prima ondata della pandemia di Covid-19 nei primi mesi del 2020, approda alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il governo italiano è chiamato a rispondere ai quesiti posti dalla Corte, come comunicato oggi dall’associazione “Sereni e sempre uniti“, che rappresenta i familiari delle vittime e conta oltre 200 membri in tutta Italia. Questa decisione, arrivata venerdì, segna un passo importante per le famiglie che avevano visto le proprie istanze archiviate dai tribunali dei ministri di Brescia e Roma sia in sede penale che civile. Ora, la questione viene posta a livello europeo, dove solo il 10% dei ricorsi ottiene accoglimento.
L’associazione ha presentato il ricorso nell’ottobre 2023, coinvolgendo principalmente le famiglie delle aree più colpite durante la prima ondata, come le province di Bergamo e Brescia, ma anche residenti in altre zone tra cui Milano, Cremona, Mantova, Roma, le Marche, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Molise e Sicilia. Le accuse mosse dai familiari si focalizzano sulle mancanze nell’affrontare la pandemia, in particolare sulla mancata adozione di un Piano pandemico aggiornato, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Si denuncia inoltre l’opposizione incontrata dai familiari nel partecipare come parti civili nei processi tenutisi al tribunale dei ministri, volti a indagare le presunte responsabilità di alcuni esponenti del governo dell’epoca, della Regione Lombardia e del Comitato tecnico scientifico; processi che si sono conclusi con l’archiviazione delle accuse.
“Questa comunicazione che ci è giunta oggi è importantissima“, afferma l’avvocata Consuelo Locati, che insieme a Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini e Alessandro Pedone rappresenta legalmente le famiglie delle vittime, “perché il tribunale ha ritenuto che l’oggetto del giudizio sia tale da meritare un’analisi approfondita da parte della Corte di Strasburgo, che ha comunicato il nostro ricorso al governo italiano e che ha dato termine alle parti per rispondere ai quesiti posti dalla stessa Corte“.
Per Locati, “questo provvedimento e la serietà con la quale i giudici europei hanno analizzato la vicenda dovrebbero essere presi come esempio da quella parte dell’autorità giudiziaria che in Italia fa fatica a riconoscere il meritato approfondimento giuridico alla questione sottoposta al suo esame, sia in ambito penale, sia civile e che ha avuto a oggetto la morte delle persone per violazione degli obblighi imposti dalla Costituzione, dalla normativa europea e internazionale. Abbiamo la prova che le nostre richieste erano fondate e che siano stati ritenuti sussistenti i presupposti giuridici dell’indagine della procura di Bergamo che aveva individuato 21 indagati“.
La presidente dell’associazione “Sereni e sempre uniti“, Cassandra Locati, sottolinea l’importanza del provvedimento: “Questo provvedimento ridà dignità alle nostre vittime e riporta l’attenzione sul rispetto per noi familiari, quel rispetto che da oltre quattro anni le istituzioni italiane non ci hanno dimostrato“.
La squadra di legali lombardi è affiancata dagli avvocati Anton Giulio Lana e Alessio Sangiorgi di Roma, che avevano presentato il ricorso nel 2023 dopo aver esaminato migliaia di documenti e ravvisato estremi di violazione dei diritti umani nella gestione della pandemia in Italia.