”Il crollo del settore dell’auto, tornato circa al livello di produzione di inizio 2013, data la sua rilevanza, mette a rischio la crescita italiana sia di breve che di medio-lungo periodo”. Lo rivela il Csc nel rapporto di previsione. Il settore ”è troppo rilevante per l’economia italiana ed europea: solo il settore core rappresenta il 13% del fatturato manifatturiero europeo, il 6,3% della produzione manifatturiera italiana, un valore aggiunto di 15 miliardi e 170mila occupati in Italia. E senza contare tutto l’indotto domestico generato. La produzione a luglio a registrato un -26,1% rispetto a luglio 2023 contro il -3,8% della produzione industriale totale; nel comparto auto – veicoli propriamente detti il calo è ancora più profondo (-34,7%)”, si legge nel rapporto.
Il fenomeno, ”seppur legato alla debolezza della domanda, non è solo congiunturale (è aumentato, sebbene di poco, l’import di autoveicoli in Italia del +2% tendenziale)”. C’è anche qualche cambiamento nelle abitudini che riduce la domanda: tra i giovani sarebbe più basso il desiderio di utilizzare un’automobile rispetto alle precedenti generazioni; è in forte crescita il vehicle-sharing. Ma incide sicuramente anche il costo: in Europa nel 2023 l’automobile elettrica più economica sul mercato era del 92% più costosa del corrispettivo più economico a combustione interna, a causa delle batterie, che incidono circa per il 40% sul totale dei costi.
Il costo, i tempi di ricarica e l’autonomia del mezzo
Prendendo a riferimento due motorizzazioni alternative di una stessa automobile di piccola taglia, su un arco di tempo di 10 anni, includendo tutti i costi, passare all’auto elettrica comporta un aggravio di spesa per un automobilista italiano pari a circa 5.700 euro, il 15% in più. Vanno inoltre considerati i tempi di ricarica e l’autonomia del mezzo. ”L’associazione tra le trasformazioni in corso e il crollo della produzione nel settore dell’auto non sembra essere casuale”.