Nell’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e dalla Direzione Nazionale Antimafia (Dna) emerge un quadro inquietante di cyber-spionaggio che coinvolge la società di investigazione Equalize, con sede a Milano. All’interno degli uffici sono stati rinvenuti “atti riservati di Eni Spa“, nonché un “vero e proprio ‘archivio di Polizia’” che comprende documenti su Paolo Simeone, “noto youtuber e contractor italiano“.
L’indagine
La società è al centro di un’indagine che ha portato agli arresti domiciliari l’amministratore delegato Carmine Gallo, ex ispettore di polizia, e ha coinvolto il proprietario Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera, che ha deciso di autosospendersi. I carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, in una maxi informativa, riferiscono di una conversazione intercettata nel dicembre 2022, nella quale emerge che il gruppo avrebbe ricevuto un “mandato che asseriscono provenga direttamente dalla Chiesa“. Si evidenzia, inoltre, una “attività del gruppo (secondo alcune intercettazioni acquisite)” presumibilmente “patrocinata da Enti Ecclesiastici“.
Parallelamente, la Procura di Roma sta indagando su accesso abusivo a sistemi informatici e violazioni della privacy. L’inchiesta, che si muove in parallelo con quella di Milano, si concentra su un gruppo denominato ‘Squadra Fiore‘, che operava da un appartamento a Roma e comprende ex appartenenti alle forze di polizia. L’indagine romana è stata avviata nella scorsa primavera e segue il coinvolgimento di committenti anche esteri.
L’incontro con gli hacker
In un episodio di febbraio 2023, Vincenzo De Marzio, ex carabiniere indagato per attività di dossieraggio, avrebbe incontrato con Nunzio Calamucci, hacker ai domiciliari, “due uomini non identificati che rappresenterebbero un’articolazione dell’intelligence dello Stato di Israele“. Le informazioni raccolte dai carabinieri riportano “la presenza di soggetti legati all’Intelligence israeliana presso gli uffici di via Pattari“, sede di Equalize.
Intanto, il Consiglio dei ministri ha rinviato l’esame del decreto legge sull’ordinamento giudiziario e la criminalità informatica a causa di un impegno istituzionale del ministro della Giustizia Carlo Nordio, come riferito da fonti di Palazzo Chigi.
Tra i documenti rinvenuti negli uffici di Equalize, “vi sono numerosi documenti relativi a Paolo Simeone, contractor italiano“, insieme a “atti riservati di ENI spa“, come riportato in un’informativa di quasi 3.900 pagine. La rete costruita da Gallo, ex poliziotto e ora agli arresti domiciliari, si estende a “Tribunali, sezioni di polizia giudiziaria, intelligence, alti funzionari, magistrati e avvocati“. La creazione di “dossier“, venduti a “società interessate, imprenditori e politici“, poteva arrivare a costare anche 15.000 euro per “accertamenti completi su un soggetto“. Tali attività avrebbero incluso il dossieraggio di rivali politici, con informazioni private rilasciate “al momento opportuno” per mettere in difficoltà gli avversari.
In un filone parallelo dell’inchiesta milanese è coinvolto anche Stefano Speroni, direttore degli Affari legali di Eni, indagato per concorso in accesso abusivo. Intercettazioni dell’8 settembre 2022 vedono protagonisti Gallo e l’esperto informatico Samuele Calamucci, che discutono “del caso Eni” e della raccolta di dossier su Amara e Mazzagatti, forniti alla società petrolifera. Venerdì scorso Speroni è stato perquisito e il suo telefono è stato sequestrato. Eni ha dichiarato che “non era (come non è) al corrente delle presunte condotte illecite attribuite a Equalize“, e ha scelto di non commentare ulteriormente nel rispetto delle indagini in corso.