Decifrato il segnale radio da Marte: padre e figlia svelano il mistero

Per il team di ricerca, la scelta di rappresentare gli amminoacidi è stata significativa: questi composti sono infatti riconosciuti da tutte le forme di vita conosciute e costituiscono i mattoni di proteine e DNA
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La decodifica di un segnale radio extraterrestre, proveniente da Marte, ha mobilitato migliaia di scienziati e volontari in un progetto che potrebbe portare alla scoperta di un nuovo linguaggio di comunicazione interplanetaria e, potenzialmente, di tracce di vita. Due cittadini statunitensi, Ken e Keli Chaffin, sono riusciti a interpretare il segnale inviato da Marte, un’impresa che solleva domande fondamentali sulla vita nel cosmo.

La ricezione del segnale: un’impresa scientifica globale

Nel corso del 2023, tre osservatori radioastronomici dislocati in diverse parti del mondo hanno intercettato un segnale proveniente da Marte, un evento che ha rapidamente attirato l’attenzione di astronomi, scienziati e ricercatori. Il progetto di decodifica è stato aperto al pubblico, permettendo l’accesso ai dati grezzi del segnale a oltre 5000 scienziati-cittadini in tutto il mondo, i quali si sono uniti in una complessa operazione di estrazione e analisi.

Iniziata come una sfida di ricerca collettiva, l’impresa ha coinvolto un vasto numero di volontari dotati di conoscenze scientifiche e tecniche disparate. Con il sostegno di piattaforme di comunicazione online, i partecipanti hanno potuto collaborare, scambiarsi intuizioni, discutere diverse teorie e metodi di estrazione. Questo sforzo collettivo rappresenta uno dei più ampi esempi di scienza collaborativa e dimostra il potenziale del crowdsourcing nella ricerca scientifica. Dopo mesi di tentativi, la perseveranza di Ken e Keli Chaffin, un duo di padre e figlia, ha portato finalmente alla decifrazione del codice.

Il ruolo della scienza e dell’arte nel progetto: un’idea visionaria

A monte di questo ambizioso progetto vi è Daniela de Paulis, un’artista multimediale e operatrice radio autorizzata, che collabora con il SETI Institute e il Green Bank Observatory. Daniela, animata dal desiderio di esplorare nuove modalità di comunicazione interplanetaria, ha coinvolto un gruppo di astronomi, informatici e scienziati nella creazione del segnale e nel coordinamento della sua trasmissione dalla Terra a Marte e ritorno. Con il sostegno dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), del SETI Institute e del Green Bank Observatory, è stata pianificata una strategia per inviare un segnale ricco di significato simbolico, che potesse catturare l’immaginazione e la curiosità dei cittadini-scienziati.

Il mio scopo era coinvolgere un pubblico globale e permettere che una vasta comunità si avvicinasse alla scienza e all’astronomia attraverso un’esperienza immersiva e collaborativa,” ha affermato de Paulis, “creando un ponte tra arte, scienza e comunicazione interplanetaria.” Daniela ha ideato il messaggio insieme a un piccolo team di esperti che, il 7 giugno 2024, ha finalmente ricevuto l’immagine decodificata: un’immagine composta da cinque amminoacidi, rappresentati in un formato visivo insolito.

Il messaggio decodificato: l’interpretazione dei Chaffin

Ken e Keli Chaffin hanno interpretato l’immagine come una rappresentazione molecolare che simboleggia i cinque amminoacidi fondamentali, le strutture biologiche alla base della vita come la conosciamo. Secondo l’interpretazione di Ken, “il messaggio decodificato è una semplice immagine con 5 amminoacidi visualizzati in una notazione di diagramma molecolare organico universale (si spera) e alcuni punti pixel singoli che compaiono tra i cluster e i diagrammi molecolari”. Il segnale, quindi, ha l’aspetto di cinque gruppi di punti bianchi e reticoli, su uno sfondo nero, strutturati in modo tale da suggerire una rappresentazione grafica della struttura di molecole biologiche complesse.

Nella sua semplicità apparente, il messaggio nasconde in realtà diversi strati di significato. L’utilizzo di amminoacidi – molecole organiche che svolgono un ruolo fondamentale nei processi biochimici – potrebbe suggerire non solo un concetto di vita ma anche una base per un linguaggio scientifico universale. Per il team di ricerca, la scelta di rappresentare gli amminoacidi è stata significativa: questi composti sono infatti riconosciuti da tutte le forme di vita conosciute e costituiscono i mattoni di proteine e DNA. Alcuni studiosi ritengono che la selezione degli amminoacidi come simbolo possa essere un tentativo di stabilire un comune terreno di comunicazione con eventuali forme di vita extraterrestre, ipotizzando che un messaggio basato su elementi biologici fondamentali possa essere riconosciuto anche da altre civiltà avanzate.

Tecnologie e metodologie utilizzate per la decodifica

La decodifica del segnale ha richiesto una combinazione di competenze informatiche e scientifiche avanzate. Per estrarre e interpretare i dati grezzi provenienti dagli osservatori radio, i partecipanti al progetto hanno utilizzato algoritmi di filtraggio e software di analisi dei segnali radio, oltre a strumenti di visualizzazione grafica. La natura del segnale – composto da onde elettromagnetiche con frequenze specifiche – ha richiesto una decodifica in più fasi. Nella prima fase, i volontari hanno dovuto isolare il messaggio dalle interferenze, utilizzando software di riduzione del rumore digitale per separare il segnale dal fondo cosmico. In una fase successiva, i dati sono stati tradotti in un formato visivo, rivelando finalmente l’immagine finale.

La riuscita decodifica del messaggio da parte dei Chaffin è frutto non solo delle loro competenze tecniche, ma anche di un processo di collaborazione e condivisione delle informazioni. Con l’aiuto della piattaforma online Discord, migliaia di partecipanti hanno potuto discutere delle tecniche di decodifica e condividere idee e ipotesi. Questo tipo di scienza collaborativa rappresenta un modello di ricerca aperto e democratico, in cui la conoscenza scientifica non è appannaggio esclusivo di specialisti ma diventa accessibile a chiunque voglia contribuire.

Interpretare il segnale di Marte

Ora che il messaggio è stato decodificato, il team guidato da Daniela de Paulis sta lavorando per interpretare il suo significato. L’idea che il messaggio rappresenti amminoacidi fondamentali apre interrogativi sul possibile intento del mittente: è una semplice rappresentazione simbolica della vita o un tentativo di comunicare una realtà biologica più complessa? Gli scienziati sono attualmente impegnati a formulare ipotesi, ma l’interpretazione definitiva richiede ulteriori studi e, possibilmente, nuovi metodi di decodifica.

Una delle prossime fasi del progetto consiste nel coinvolgere il pubblico in una serie di analisi indipendenti. Usando la descrizione e la soluzione presentate dai Chaffin, i partecipanti possono proporre ipotesi alternative e pubblicare i risultati sul canale Discord del progetto. L’obiettivo è stimolare la riflessione e la partecipazione attiva del pubblico in un processo che si distingue per la sua trasparenza e apertura alla comunità.

Un nuovo linguaggio universale per comunicare nello spazio?

La scoperta di Ken e Keli Chaffin ha implicazioni significative per il futuro della comunicazione interstellare. L’ipotesi che un messaggio simbolico basato su amminoacidi possa essere un linguaggio universale apre nuove prospettive nella ricerca di vita extraterrestre. Nel contesto della biologia molecolare, gli amminoacidi sono riconosciuti come componenti essenziali di tutti gli esseri viventi e, pertanto, potrebbero rappresentare una base di comunicazione comprensibile anche per forme di vita aliene.

Per molti studiosi, questo progetto rappresenta un passo verso lo sviluppo di una semiotica cosmica, ossia un linguaggio universale basato su simboli e strutture molecolari comuni, che potrebbe facilitare l’incontro e la comunicazione con altre civiltà. Lo studio dei segnali extraterrestri, come quello appena decodificato, non riguarda quindi soltanto la ricerca di tracce di vita, ma anche la costruzione di una scienza della comunicazione interplanetaria che si basi su principi di biologia molecolare condivisi tra le specie.

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