“La grande sfida che abbiamo, importante per il nostro futuro, per raggiungere gli obiettivi al 2030 del Piano nazionale integrato energia e clima, è quella dei grandi insediamenti offshore”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo in videocollegamento al Barcolana sea summit durante un panel dedicato a economia del mare e del vento. “La scelta che abbiamo fatto a livello di governo e con il decreto energia – ha spiegato Pichetto – è stata quella di andare a prevedere almeno due porti da attrezzare per l’eolico offshore”.
“Entro pochi giorni ci sarà il provvedimento di individuazione dei primi due porti”. Al contempo, ha aggiunto, tra le varie azioni da compiere, “bisogna creare un’industria del settore, perché non si può sempre importare i manufatti necessari”. Secondo il ministro, l’evoluzione tecnologica e il susseguirsi di novità “devono metterci nelle condizioni nel giro di un breve periodo, che si può stimare in almeno due-tre anni e speriamo di riuscirci, a creare le condizioni per avere a livello di Paese il grande eolico offshore”.
Per Mauro Fabris, vicepresidente Anev con delega all’eolico offshore e direttore affari istituzionali e mercato regolato di Renexia, presente all’incontro, “grazie all’impegno messo in atto da Renexia e al supporto del Mimit, la realizzazione di una filiera industriale italiana per l’industria eolica è ormai a un passo e non dobbiamo assolutamente perdere questa possibilità. Con investimenti mirati possiamo sia raggiungere gli sfidanti traguardi della transizione energetica, sia avviare una nuova opportunità di crescita per il sistema Italia. Il nostro Paese – ha concluso Fabris – può giocare un ruolo di punta per la realizzazione di un nuovo hub energetico che soddisfi la domanda crescente di impianti rinnovabili nel bacino del Mediterraneo”.