Le attività umane, principali responsabili dei cambiamenti climatici in atto sul pianeta, potrebbero alterare i percorsi evolutivi di molte specie animali e vegetali. I ricercatori dell’Università di Otago, in uno studio pubblicato su Science, hanno infatti scoperto che i plecotteri della Nuova Zelanda, un ordine di insetti comprendenti migliaia di specie, hanno cambiato colore in risposta alla deforestazione del loro habitat. “Nelle regioni boschive naturali, una specie autoctona ha evoluto colori di ‘avvertimento’ che imitano quelli di una specie velenosa della foresta, per ingannare i predatori e far loro credere di essere anch’essa velenosa”, dichiara Jon Waters, professore dell’Università di Otago.
“Ma la rimozione delle foreste da quando è arrivato l’uomo ha eliminato le specie velenose. Di conseguenza, nelle regioni disboscate la specie imitatrice ha abbandonato questa strategia, poiché non c’è nulla da imitare, evolvendosi invece in un colore diverso”, ha aggiunto. Da tempo gli scienziati si chiedono se l’uomo stia provocando cambiamenti evolutivi nelle popolazioni naturali. Un esempio molto conosciuto è quello della falena punteggiata nel Regno Unito, che prima della Rivoluzione Industriale era di colore chiaro e riusciva in tal modo a mimetizzarsi sui tronchi delle betulle. L’avvento delle fabbriche e l’inquinamento da esse causato hanno reso questi animali più vulnerabili sulle cortecce coperte di fuliggine, inducendo un cambiamento del loro colore verso tonalità più scure. Si tratta di un caso, tuttavia, che Waters ritiene controverso.
I risultati della ricerca
I risultati della nuova ricerca forniscono, al contrario, un chiaro esempio di come l’uomo abbia cambiato il modo in cui le specie autoctone interagiscono. Secondo gli scienziati, le attività antropiche hanno interrotto interazioni ecologiche tra le specie che si sono evolute nel corso di milioni di anni, ma ritengono anche che alcune di esse siano abbastanza resistenti da poterle superare.
“Questo studio è importante perché dimostra che, almeno per alcune delle nostre specie autoctone, esiste la possibilità di adattarsi ai cambiamenti ambientali causati dall’uomo, anche quando il cambiamento è rapido”, spiega Graham McCulloch, coautore dello studio. “Dimostra inoltre che popolazioni indipendenti hanno subito cambiamenti simili in risposta alla deforestazione, ci sono stati spostamenti simili in modo indipendente in diverse parti dell’areale della specie, dimostrando che l’evoluzione può essere un processo prevedibile”, ha concluso l’esperto.