Nel focolaio di Dengue scoppiato a Fano, in provincia di Pesaro Urbino, continua il monitoraggio costante delle autorità sanitarie. “115 casi confermati e 21 probabili” sono stati registrati, come riferisce la Regione Marche. Un caso confermato a Pesaro è stato ricoverato nel reparto di Medicina dal 28 settembre, giorno in cui sono comparsi i primi sintomi. “Su questo caso sono in corso accertamenti“, fa sapere la Regione.
Augusto Liverani, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Pesaro Urbino, ha rassicurato che “l’Azienda sanitaria territoriale (Ast) di Pesaro Urbino sta monitorando costantemente la situazione“. Attualmente, “i ricoveri nelle strutture ospedaliere del territorio sono quattro (due accertati e due in attesa di conferma). Gli ultimi accertamenti eseguiti sulle zanzare catturate dalle trappole non hanno evidenziato la presenza del virus“. Inoltre, Liverani ha aggiunto che “la curva di incidenza continua ad avere stabilmente un andamento discendente, gli ultimi due casi hanno avuto esordi con sintomi in data 29 settembre“.
Il direttore generale dell’Ast Pesaro Urbino, Alberto Carelli, ha sottolineato che “continuiamo a tenere alta l’attenzione. La curva dei casi continua ad essere sotto controllo. Stiamo lavorando in sinergia con tutte le istituzioni e tutti gli operatori coinvolti“. I ricoveri, che sono stati effettuati per precauzione, sono infatti calati da sei a quattro rispetto al giorno precedente.
Marcello Tavio, infettivologo e direttore della Sod Malattie Infettive emergenti e degli immunodepressi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, ha spiegato le caratteristiche della malattia: “La Dengue è una malattia di origine virale causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus“. Tavio ha aggiunto che “il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre“.
Per quanto riguarda la diagnosi, Tavio ha specificato: “La diagnosi può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. In casi limitati può essere necessario il ricovero ospedaliero. Riguardo i casi verificatisi a Fano, trattandosi di una situazione non prevista, molti sono stati ricoverati per precauzione“.
Dal punto di vista della prevenzione, la Regione Marche ha messo in evidenza l’importanza di misure preventive contro la diffusione del virus. “Per quanto riguarda la situazione relativa alla presenza di zanzare ed in particolare le zanzare tigre, che solitamente sono presenti nella stagione vettoriale marzo-ottobre“, ha affermato la Regione, “Stefano Gavaudan, esperto di vettori del Laboratorio Diagnostica e Centro biRegionale per le malattie trasmesse da vettori dell’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche, conferma che per quanto riguarda Fano sono state effettuate le disinfestazioni come previsto dal Piano nazionale Arbovirosi e che nei prossimi giorni verrà effettuato un ulteriore intervento come raccomandato dalle linee guida“.
In riferimento al caso di Pesaro, Gavaudan ha dichiarato che “non essendo presente un collegamento epidemiologico con Fano si procederà, come da indicazioni del Piano Nazionale Arbovirosi, con un intervento straordinario di disinfestazione nel raggio di 200 metri dalla abitazione del caso e che verrà comunque effettuato un sopralluogo per verificare la situazione“. Ha inoltre ricordato che “l’evento di Fano si inserisce nel bacino mediterraneo europeo nel quale il virus Dengue è trasmesso tramite la zanzara Tigre, stabilmente presente in gran parte dell’Europa, ed eventi di trasmissione autoctona in ambito europeo sono descritti annualmente a partire dal 2010“.
La Regione ha infine ribadito che “data la caratteristica di trasmissione del virus, la misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus“. Diventano quindi prioritarie pratiche come “l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende“. Un ruolo fondamentale nella prevenzione è anche quello della “lotta sistematica e continuativa alla zanzara, vettore della malattia“, che deve basarsi non solo sulla disinfestazione ma anche “sulla necessità di eliminare tutti i ristagni d’acqua, anche piccoli, in prossimità delle zone abitate“. Serve quindi “la collaborazione di tutti per attuare le efficaci misure preventive“.