Nella 162esima sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni a Bruxelles, durante la Settimana Europea delle Regioni e delle Città, il Veneto ha sfoggiato il suo piano da oltre tre miliardi di euro dedicato al dissesto idrogeologico, “di cui un miliardo già investito in questi ultimi anni“. Ne ha parlato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti. “Dobbiamo agire a livello europeo e a livello locale, utilizzando bene i fondi Ue che ci vengono messi a disposizione per preparare il nostro territorio a gestire questi eventi. Prevenire costa, ma risarcire e sistemare i danni costa ancora di più. Nicolas Chamfort ci ricorda che, nella tempesta, ‘il pessimista si lamenta del vento, l’ottimista aspetta che cambi, ma il realista aggiusta le vele’“, ha detto Ciambetti.
Il piano del Veneto contro il dissesto idrogeologico
Dopo l’alluvione che nel 2010 colpì 10.000 famiglie, oltre 3.300 imprese, 130 Comuni, con più di un miliardo e 100 milioni di euro di danni stimati, la Regione Veneto varò un piano con bacini di laminazione, potenziamento di argini, sistemazione di canali e opere idrauliche. Priorità fu data a casse di espansione e bacini di laminazione da allagare per gestire temporaneamente l’acqua dei fiumi in eccesso e diminuire le portate, salvaguardando territorio, famiglie e attività economiche.
In 10 anni, “abbiamo realizzato 16 bacini di laminazione su 23 previsti”. Sui bacini sono già stati investiti più di 110 milioni, i primi di un investimento regionale di 562 milioni; 2.527 i cantieri aperti negli ultimi tre anni per opere di messa in sicurezza, compreso potenziamento e sistemazione degli argini con ulteriori investimenti per 50 milioni di euro. “Il tutto senza aumentare le tasse ai cittadini, ma con risultati che già oggi sono notevoli“, ha detto Ciambetti,
Grazie ai lavori fatti e ai soldi spesi, “il Veneto è stato salvaguardato da alluvioni nel 2016, 2018, 2023 e 2024 che hanno registrato livelli pluviometrici record, superiori a quelli del 2010 e a quelli disastrosi del 1966. Se non avessimo avuto questa rete di gestione delle piene, oggi migliaia di persone sarebbero in difficoltà e i danni sarebbero ingenti. La prevenzione, dunque, è fondamentale”, ha rimarcato Ciambetti.