Ecco perché il Robotaxi di Tesla non ha assolutamente senso

Il Cybercab di Tesla, per quanto innovativo, si rivela solo una delle tante chimere di un'industria in tumulto
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Negli ultimi anni, la mobilità autonoma è emersa come uno dei temi più affascinanti e controversi nel panorama tecnologico contemporaneo. Le promesse di una mobilità sostenibile, sicura e accessibile hanno spinto diverse aziende a investire ingenti risorse nello sviluppo di veicoli autonomi. Tesla, il colosso fondato da Elon Musk, si è posta come protagonista di questa rivoluzione, annunciando un innovativo robotaxi durante l’evento “We, Robot”, tenutosi in un suggestivo set cinematografico a Hollywood. Sebbene l’idea di un robotaxi possa sembrare un passo avanti verso il futuro della mobilità, un’analisi approfondita del progetto rivela una serie di problematiche e incertezze che mettono in discussione non solo la fattibilità, ma anche la sensatezza stessa di tale iniziativa.

La visione di Tesla

La proposta di Tesla di sviluppare un robotaxi, soprannominato “Cybercab“, è stata accolta con entusiasmo da parte di molti osservatori del settore. L’idea di un veicolo autonomo in grado di fornire un servizio di trasporto a chiamata promette di trasformare il concetto di mobilità, riducendo il numero di veicoli circolanti e abbattendo le emissioni di CO₂. Tuttavia, questa visione futuristica è pervasa da interrogativi critici, tanto sul piano tecnico quanto su quello normativo ed economico.

Costi di produzione e prezzo di vendita

Un primo punto di discussione riguarda il costo previsto del Cybercab, fissato a 30.000 dollari. Questo prezzo, sebbene possa apparire competitivo nel panorama attuale dei veicoli elettrici, solleva interrogativi circa la capacità di Tesla di produrre un veicolo autonomo a tale cifra. La produzione di veicoli dotati di tecnologia avanzata richiede investimenti considerevoli in ricerca e sviluppo, e il recente lancio del Cybertruck ha mostrato come l’azienda possa affrontare ritardi e difficoltà nel rispettare le scadenze di produzione. In questo contesto, la promessa di un robotaxi accessibile a un prezzo contenuto appare più come una scommessa audace che una strategia solida.

Normative e regolamenti

Un ulteriore elemento critico riguarda le normative che governano l’uso dei veicoli autonomi. Negli Stati Uniti, la regolamentazione in materia è ancora in fase di sviluppo e differisce significativamente da stato a stato, creando un ambiente giuridico complesso e frammentato. Questa incertezza normativa rappresenta una barriera significativa per l’introduzione di veicoli autonomi come il Cybercab, poiché Tesla dovrà navigare attraverso un intricato labirinto di leggi e regolamenti prima di poter lanciare il suo servizio di ride-hailing. Senza un quadro normativo chiaro, la commercializzazione del Cybercab rischia di subire ritardi e complicazioni.

Limitazioni del software di guida autonoma

Tesla ha sempre vantato il proprio sistema di assistenza alla guida, il “Full Self-Driving” (FSD), come uno dei più avanzati del mercato. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, nonostante le dichiarazioni ottimistiche, il FSD non è ancora in grado di operare in modalità completamente autonoma. Gli utenti sono obbligati a mantenere il controllo attivo del veicolo, e numerosi incidenti legati a malfunzionamenti del sistema hanno evidenziato le carenze tecniche e di sicurezza di questa tecnologia. La dipendenza da un software non completamente affidabile rappresenta un ostacolo significativo per l’accettazione di un robotaxi autonomo e rischia di compromettere la fiducia degli utenti nel sistema.

Design e funzionalità

L’aspetto del Cybercab suscita ulteriori preoccupazioni. La scelta di progettare un veicolo in grado di ospitare solo due passeggeri limita significativamente le sue potenzialità come robotaxi. In un mercato sempre più orientato verso la condivisione e il trasporto di gruppo, l’incapacità del Cybercab di soddisfare tali esigenze rappresenta una lacuna notevole. La decisione di dotarlo di porte “ad ala di gabbiano”, già criticata in precedenti modelli Tesla, appare inadeguata e potenzialmente problematica per gli utenti, rendendo difficile l’accesso e l’uscita dal veicolo, specialmente in contesti urbani affollati.

Inoltre, la visibilità posteriore del Cybercab è fortemente compromessa a causa di un design che sale fino alla linea del tetto. Questa limitazione visiva potrebbe influenzare negativamente la sicurezza del veicolo e la capacità del pilota, anche in modalità autonoma, di rilevare correttamente la presenza di altri veicoli e pedoni nelle vicinanze. Una progettazione improntata alla funzionalità è essenziale per garantire la sicurezza stradale, un aspetto che sembra trascurato nel caso del Cybercab.

Inadeguatezze nella sicurezza

Un aspetto che suscita particolare preoccupazione è la completa assenza di un volante e di pedali, segno di un design che si propone di eliminare qualsiasi forma di intervento manuale in situazioni di emergenza. Mentre l’idea di un veicolo autonomo completamente operativo può sembrare avveniristica, essa solleva interrogativi legittimi sulla sicurezza e sulla responsabilità. In caso di malfunzionamento del sistema di guida autonoma, l’impossibilità di assumere il controllo del veicolo può rivelarsi fatale. La fiducia nel sistema deve essere accompagnata da misure di sicurezza robusto, che sembrano mancare nel caso del Cybercab.

Ricarica e infrastruttura

La questione della ricarica rappresenta un ulteriore elemento critico nel dibattito sul Cybercab. Tesla ha scelto di eliminare la porta di ricarica fisica a favore di un sistema di ricarica wireless, previsto tramite pad integrati nella carreggiata. Sebbene l’idea di una ricarica senza fili possa sembrare innovativa e futuristica, essa comporta una serie di sfide pratiche e tecnologiche. La ricarica wireless, infatti, può comportare perdite significative di energia rispetto ai metodi tradizionali, e la realizzazione di un’infrastruttura di ricarica wireless richiederebbe investimenti enormi e una pianificazione meticolosa.

Inoltre, la decisione di rendere il Cybercab incompatibile con la rete di Supercharger esistente, un elemento fondamentale per la sostenibilità dei veicoli elettrici, solleva interrogativi sulla lungimiranza della strategia di Tesla. Questa mancanza di coerenza tra le soluzioni di ricarica non solo complica l’uso quotidiano del veicolo, ma potrebbe anche scoraggiare gli utenti, creando un ostacolo insormontabile per l’adozione di un prodotto che non offre soluzioni pratiche per la ricarica.

Limitazioni pratiche

La progettazione del Cybercab presenta anche limitazioni pratiche significative. La mancanza di un bagagliaio anteriore limita la capacità di carico del veicolo, precludendo la possibilità di trasportare oggetti personali o bagagli. In un contesto in cui gli utenti si aspettano veicoli in grado di soddisfare le loro esigenze quotidiane, questa carenza rappresenta un difetto rilevante. L’assenza di spazi di stivaggio adeguati, unita alle limitazioni di capienza per i passeggeri, fa del Cybercab un veicolo poco pratico e difficile da posizionare nel mercato del ride-hailing.

Inoltre, l’assenza di informazioni dettagliate durante la presentazione del Cybercab ha lasciato molti osservatori del settore nel dubbio. Specifiche cruciali, come l’autonomia del veicolo e le caratteristiche della batteria, sono state trascurate, evidenziando una mancanza di preparazione da parte di Tesla nel presentare un prodotto maturo. La scarsità di dati concreti alimenta le preoccupazioni sulla solidità del progetto e sulla capacità dell’azienda di lanciare un veicolo pronto per il mercato.

La promessa (infranta) del Robotaxi di Elon Musk

La promessa di Elon Musk di avviare la produzione del Cybercab entro il 2027 appare, in questo contesto, irrealistica. Le sfide tecniche, normative e progettuali che l’azienda deve affrontare sembrano sovrastare le sue capacità attuali. La storia di Tesla è costellata di annunci ottimistici che, nella maggior parte dei casi, si sono rivelati irrealizzabili. Questo porta a interrogarsi sulla reale volontà dell’azienda di innovare in modo sostenibile, piuttosto che cavalcare l’onda di un’idea che, alla luce della realtà, sembra insostenibile.

Le promesse di un Cybercab autonomo, sicuro ed economico si scontrano con una realtà complessa e sfumata, caratterizzata da limitazioni tecniche, normative e pratiche. In un settore in continua evoluzione come quello della mobilità autonoma, è fondamentale mantenere un approccio critico e realistico. La strada verso un futuro di veicoli autonomi è ancora lunga e tortuosa, e il Cybercab di Tesla, per quanto innovativo, si rivela solo una delle tante chimere di un’industria in tumulto.

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