È di 1,3 miliardi complessivi, tra fondi governativi e fondi dalla Regione Sardegna, il finanziamento previsto per realizzare in Sardegna, nella ex miniera di Sos Enattos a Lula, il futuro osservatorio per le onde gravitazionali Einstein Telescope: è quanto ha reso noto il Ministro per l’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini, in apertura della conferenza sulle grandi infrastrutture di ricerca organizzata a Oliena, in provincia di Nuoro, nell’ambito della presidenza italiana del G7. La cifra comprende lo stanziamento di circa 950 milioni di euro annunciato dal governo italiano nel dicembre 2023 e circa 300 milioni da parte della Regione Sardegna.
“Oggi qui c’è una delegazione internazionale di altissimo livello. È il momento per mostrare che tipo di caratteristiche ha il nostro sito e che tipo di possibilità ci sono nel nostro territorio. È un modo eccezionale per poter dire al mondo che la Sardegna è pronta ad accogliere l’Einstein Telescope ed è pronta a farlo non solo per le caratteristiche uniche del sito e della comunità scientifica che in questo momento sta supportando questa iniziativa, ma soprattutto per il ruolo e l’impegno della Regione che è stata conseguente“: è quanto ha affermato il presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, a Lula. “Noi abbiamo stanziato 350 milioni che erano necessari per la candidatura e abbiamo fatto un’unità di progetto. Abbiamo fatto in modo di essere conseguenti e questo anche per la politica nazionale è una novità. Io voglio ringraziare la ministra Bernini che si è dimostrata lungimirante. Ed è bello quando le istituzioni riescono con un obiettivo unico a lavorare insieme“.
Mentre si continua a sostenere la candidatura della Sardegna, si sta facendo strada anche l’ipotesi di una doppia sede con la realizzazione di due rivelatori gemelli a forma di L da realizzare a Sos Enattos e in Olanda: è quanto ha reso noto il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Antonio Zoccoli, a margine della conferenza sulle grandi infrastrutture di ricerca organizzata a Oliena. “Siamo in fase di discussione con altri partner europei e presso il Consiglio dei rappresentanti governativi delegati si stanno discurtendo tempi e procedure“, ha dichiarato all’ANSA il presidente dell’INFN. In generale, ha osservato, “l’alternativa delle due strutture a L nel Sud e nel Nord Europa è considerata la più semplice perché in questo caso si definirebbero subito i siti e si potrebbe saltare la fase della selezione“. Anche dal punto di vista scientifico la soluzione della doppia sede sarebbe “più performante“.
Il prossimo passo verso la decisione, attesa nel 2026, è atteso nella prossima riunione del Consiglio in programma a metà 2025.