“Dopo l’era del carbone e l’era del petrolio, il mondo è entrato nell’era dell’elettricità”. Per Laura Cozzi, responsabile dell’Outlook dell’International Energy Agency, questa è la prima notizia che emerge dal World Energy Outlook 2024, la cui ultima edizione è stata pubblicata la scorsa settimana. La seconda notizia è che avremo energia sempre più a buon mercato, perché nei prossimi anni assisteremo a una forte crescita di tutte le fonti, soprattutto fra le rinnovabili. “Nell’ultima decade l’elettricità è cresciuta a una velocità doppia rispetto alla domanda totale di energia. Ma da qui al 2035 è destinata a crescere a una velocità ancora superiore: il rapporto passerà da 2 a uno a 6 a uno”, prevede Cozzi. Il futuro, dunque, sarà sempre più elettrico e sempre meno fossile.
Da cosa dipende questa crescita?
“La domanda di elettricità galoppa trainata soprattutto dal boom dell’auto elettrica, ma anche dalla domanda crescente di pompe di calore, digitalizzazione e intelligenza artificiale”, si legge su L’Economia de Il Corriere della Sera. “È una storia globale, con la Cina in testa, per ragioni puramente economiche. Pechino ha l’economia più elettrificata del mondo, perché l’import dei combustibili fossili costa troppo. A oggi, l’import di fossili pesa 500 miliardi di dollari all’anno sulla loro bilancia dei pagamenti. Per questo, Pechino vede l’elettrificazione come una delle misure chiave per mantenere bassi i costi dell’energia”.
“Nelle economie avanzate, dopo dodici anni di domanda piatta, negli ultimi due anni abbiamo cominciato a vedere una notevole crescita dei consumi elettrici. Per tre ragioni: i veicoli elettrici che stanno prendendo piede anche qui, malgrado la narrazione ostile; la domanda di digitalizzazione e di intelligenza artificiale; l’elettrificazione dei riscaldamenti. Cresce al posto del petrolio nell’auto elettrica e al posto del gas negli impianti di riscaldamento. Al contempo, cresce la transizione alle fonti rinnovabili nella generazione, infatti in questo Outlook confermiamo che i consumi globali di fonti fossili stanno per raggiungere il loro picco e poi cominceranno a calare. Di conseguenza caleranno anche le missioni”, continua il giornale.
Il riscaldamento climatico e le rinnovabili
“Siamo ancora lontani dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi: se andiamo avanti così non riusciremo a limitare il riscaldamento climatico a 2°C o addirittura a 1,5°C sul lungo periodo. In base ai nostri calcoli, di questo passo arriveremo a 2,4°C, un livello di riscaldamento catastrofico per l’umanità”.
“Non siamo al passo né sulla triplicazione delle rinnovabili, né sul raddoppio dell’efficienza energetica al 2030, come indicato dalla Cop28, che ha tracciato il primo bilancio dei progressi. Per l’efficienza serve uno sforzo in più: ora cresce attorno a un punto e mezzo all’anno, invece serve una crescita del 4%. Sulle rinnovabili siamo messi meglio, di questo passo arriveremo a una crescita della capacità installata di 2,7 volte al 2030, quindi siamo vicini alla triplicazione”, si legge ancora.
“Invece le reti e gli accumuli non stanno dietro a tutte le nuove installazioni e quindi una parte dell’energia pulita che potrebbe essere prodotta viene bloccata per non sovraccaricare le reti. Di due tipi: il primo è un danno economico, perché le fonti pulite sono anche le più convenienti e abbassano il prezzo dell’elettricità, il secondo è un danno ambientale, perché non si possono spegnere le centrali a fonti fossili e quindi le emissioni restano elevate. Ecco perché stiamo spingendo tanto per far capire ai Paesi che di pari passo con la capacità rinnovabile devono crescere anche le reti e gli stoccaggi, altrimenti i conti non tornano”, conclude il giornale.