“Nelle precedenti edizioni del World Energy Outlook, l’Aie ha chiarito che il futuro del sistema energetico globale è elettrico, e ora è visibile a tutti. Nella storia dell’energia, abbiamo assistito all’era del carbone e all’era del petrolio, e ora ci stiamo muovendo rapidamente verso l’era dell’elettricità, che definirà il sistema energetico globale in futuro e sarà sempre più basato su fonti di elettricità pulite”.
Il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol, in occasione della diffusione del World Energy Outlook sottolinea: “come per molte altre tendenze energetiche globali odierne, la Cina è una parte importante di ciò che sta accadendo. Che si tratti di investimenti, domanda di combustibili fossili, consumo di elettricità, distribuzione di energie rinnovabili, mercato dei veicoli elettrici o produzione di tecnologie pulite, ora siamo in un mondo in cui quasi ogni storia energetica è essenzialmente una storia cinese. Un solo esempio: l’espansione solare della Cina sta procedendo a un ritmo tale che, entro i primi anni del 2030, ovvero meno di dieci anni da oggi, la sola produzione di energia solare della Cina potrebbe superare la domanda totale di elettricità degli Stati Uniti odierni”.
L’elettricità da fonti a basse emissioni di carbonio
Più della metà dell’elettricità mondiale proverrà da fonti a basse emissioni di carbonio entro la fine del decennio, ma il mondo, ancora dipendente dai combustibili fossili, è ancora “lontano da una traiettoria allineata” con gli obiettivi di neutralità del carbonio, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia. “Abbiamo vissuto l’era del carbone e del petrolio e ora stiamo entrando ad alta velocità nell’era dell’elettricità, che definirà il sistema energetico globale in futuro e sarà sempre più basata su fonti pulite”, afferma il direttore esecutivo dell’Aie Fatih Birol, citato nella pubblicazione del rapporto annuale dell’organizzazione, World Energy Outlook 2024.
In questo rapporto, basato sulle politiche attuali, l’Aie conferma la sua previsione di un picco della domanda di tutti i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) “entro la fine del decennio”, contrariamente alle stime dell’industria del petrolio e del gas e dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec). Si legge in un approfondimento del Sole 24 Ore Radiocor.
“Con l’energia nucleare, oggetto di un rinnovato interesse in molti Paesi, e l’ascesa del solare e delle batterie, “le fonti (energetiche) a basse emissioni dovrebbero produrre più della metà dell’elettricità mondiale entro il 2030”, afferma l’Aie. L’agenzia per l’energia dell’Ocse descrive una sete di elettricità determinata dall’industria, dalla mobilità elettrica, dalle esigenze dell’intelligenza artificiale e degli 11.000 centri dati nel mondo, nonché dalla climatizzazione. Sebbene vi sia un “crescente slancio per le transizioni energetiche pulite”, “il mondo è ancora lontano da una traiettoria allineata agli obiettivi di neutralità delle emissioni di carbonio per il 2050”, sottolinea l’Aie, invitando ad accelerare.
Il rapporto precede di un mese la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la COP29, che si terrà a Baku dall’11 al 22 novembre. Mentre questa conferenza si concentrerà sui finanziamenti per il clima, quella tenutasi a Dubai nel 2023 ha prodotto un accordo che apre la strada alla graduale eliminazione dei combustibili fossili, le cui emissioni stanno riscaldando il pianeta. Alla COP28, i governi si sono impegnati ad agire per triplicare la capacità di energia rinnovabile entro il 2030, un obiettivo ritenuto essenziale se vogliamo limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
Il rapporto dell’Aie
Secondo il rapporto dell’Aie, la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili passerà dagli attuali 4.250 GW a quasi 10.000 GW nel 2030, una cifra certamente “inferiore” all’obiettivo di triplicare, ma “più che sufficiente, in totale, a coprire la crescita della domanda globale di elettricità e a spingere la produzione di energia elettrica da carbone verso il declino”. Con l’aumento delle “tecnologie pulite”, l’Aie prevede che le emissioni globali di CO2 raggiungeranno il picco “prima del 2030”. Ma “in assenza di un forte calo successivo, il mondo è sulla buona strada per raggiungere un aumento di 2,4°C della temperatura media globale entro la fine del secolo”, ben al di sopra dell’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi, fissato a +1,5°C.
“Il 2024 ha dimostrato che la domanda di elettricità è insaziabile e l’Aie presume che rimarrà tale. Questo significa che il mondo non sta ancora abbandonando i combustibili fossili e riducendo le emissioni di CO2 nel settore energetico”, ha commentato Dave Jones, direttore del programma di prospettive del think tank Ember. Secondo l’Aie, “nel 2023 è stato installato un livello record di energia pulita in tutto il mondo, ma due terzi dell’aumento della domanda di energia sono stati ancora soddisfatti dai combustibili fossili”. Questi ultimi copriranno poco meno dell’80% della domanda globale di energia nel 2023, una quota che è diminuita molto gradualmente dal 2011, quando si attestava all’83%.
Soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, l’aumento del fabbisogno energetico ha continuato a spingere i combustibili fossili, compreso il carbone, che ha raggiunto un consumo record nel 2023, l’anno più caldo mai registrato. L’Aie prevede inoltre che la capacità di esportazione di gas naturale liquefatto (GNL) aumenterà di quasi il 50% nel prossimo futuro. Secondo l’Aie, si tratta di una “impennata”, ma anche di un “eccesso di capacità” per questo gas, che viene trasportato via nave ed è molto richiesto dopo i drastici tagli alle forniture russe a terra.