Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura, ma una realtà che colpisce quotidianamente la salute e il benessere delle popolazioni mondiali. Per quanto riguarda l’Italia, il nuovo rapporto “The Lancet Countdown on Health and Climate Change” delinea uno scenario preoccupante: un aumento significativo delle morti dovute al caldo e delle perdite economiche causate dall’aumento delle temperature. I dati mostrano una crescita costante dei decessi e dei giorni di ondata di calore, sottolineando l’urgenza di adottare misure concrete per la transizione ecologica e la tutela della salute.
Un aumento delle vittime del caldo
Tra il 2013 e il 2022, il numero medio di decessi legati al caldo in Italia è salito a 159 ogni 100.000 abitanti, rispetto ai 129 del periodo 2003-2012. Questo incremento rappresenta un tasso di crescita che rende il cambiamento climatico una vera e propria crisi sanitaria. In particolare, ogni neonato e persona di età superiore ai 65 anni è stato esposto in media a 18 giorni di ondate di calore all’anno nel decennio 2014-2023, con un picco di oltre 26 giorni di caldo estremo per questi gruppi vulnerabili solo nel 2023.
L’impatto del caldo estremo è maggiore per i più giovani e gli anziani, con un aumento di 2,4 volte dei giorni di ondate di calore per i bambini sotto l’anno di età rispetto agli anni 1986-2005 e di 3,3 volte per gli anziani. Il 2023 ha segnato un nuovo record, con un aumento del 167% delle morti legate al caldo a livello globale rispetto agli anni ‘90, un dato che non lascia dubbi sulla gravità dell’emergenza.
Effetti economici del caldo: miliardi di euro persi
Oltre alla perdita di vite umane, le alte temperature stanno incidendo pesantemente sull’economia. Nel 2023, l’Italia ha perso potenzialmente 4,4 miliardi di dollari a causa della diminuzione della produttività lavorativa dovuta all’esposizione al caldo. Complessivamente, sono state perse oltre 250 milioni di ore di lavoro, con un incremento del 90% rispetto alla media annuale del periodo 1990-1999. Particolarmente colpito è stato il settore edile, che ha registrato il 38% delle ore lavorative perse e il 36% delle perdite economiche legate all’esposizione al caldo.
Inquinamento atmosferico e mortalità: una piaga per la salute e l’economia
Un altro tema rilevante è l’inquinamento atmosferico, che contribuisce non solo alla crisi climatica, ma anche a un significativo aumento della mortalità prematura. Nel 2021, l’Italia ha registrato costi pari a 145 miliardi di dollari per le morti premature causate dall’inquinamento, un fardello economico insostenibile. L’inquinamento atmosferico è strettamente legato all’uso di combustibili fossili: nel 2022 l’Italia ha destinato oltre 46 miliardi di dollari in sussidi a queste fonti di energia, un dato che pone il Paese in una situazione di “gettito netto di carbonio negativo”.
La transizione ecologica: una necessità per la salute
Il report di The Lancet non si limita a delineare i problemi, ma suggerisce una direzione chiara: investire nelle fonti energetiche rinnovabili e nelle diete sostenibili. Nel 2022, l’Italia ha prodotto il 29% dell’elettricità da fonti a basse emissioni, un passo avanti significativo, ma ancora insufficiente rispetto alla necessità di ridurre drasticamente l’uso di carbone e petrolio.
Le diete non salutari sono un altro aspetto critico. Nel 2021, oltre 36.500 decessi sono stati associati all’eccessivo consumo di carne rossa e latticini, mentre 74.000 sono riconducibili a un’insufficiente assunzione di alimenti vegetali. Promuovere una dieta più sana e a base vegetale non solo migliorerebbe la salute della popolazione, ma ridurrebbe anche le emissioni di gas serra.
Verso un futuro sostenibile
Il quadro tracciato dal rapporto annuale di The Lancet evidenzia la necessità di un cambio di rotta radicale. Limitare l’uso dei combustibili fossili, promuovere diete sostenibili e investire nelle rinnovabili sono passi indispensabili per proteggere sia la salute che l’economia italiana. Le sfide poste dal cambiamento climatico non sono solo ambientali, ma sociali ed economiche.