Energia, l’alleanza agricoltura-fotovoltaico per una crescita delle rinnovabili

Alleanza per il Fotovoltaico ha parlato delle necessità di un'alleanza agricoltura-fotovoltaico sul fronte delle rinnovabili
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“Agricoltura e rinnovabili non devono essere concepiti in contrapposizione tra loro, in quanto nel loro sviluppo si configurano come complementari e sinergici. Il fotovoltaico in area agricola contribuisce a recuperare terreni non coltivati, ripristinando così la produzione”. Lo afferma, in una nota, Alleanza per il Fotovoltaico. “Il fotovoltaico a terra – si legge nella nota – non produce impermeabilizzazione del suolo, né alcun impoverimento del terreno e della biodiversità. La superficie agricola nazionale è di circa 16,5 milioni di ettari ma soltanto 12,8 milioni di ettari sono effettivamente destinati alla produzione alimentare (seminativi, coltivazioni legnose, pascolo e orti familiari) mentre i restanti 3,5 milioni di ettari di superficie agricola sono incolti o abbandonati. Anche ipotizzando infatti di realizzare tutti i 110-120 GW per cui ci sono richieste di connessione, cioè molto di più dell’obiettivo 2030, basterebbero 130-140mila ettari: lo 0,5% della superficie nazionale globale e meno dell’1% della superficie agricola”.

“Alla luce di questo quadro – prosegue Alleanza per il Fotovoltaico -, emerge con chiarezza un concetto: costruire legami simbiotici tra agricoltura e fotovoltaico, tramite uno sviluppo crescente dell’agrivoltaico, consentirebbe una crescita sensibile dell’intero comparto delle rinnovabili mettendo al centro la filiera del Made in Italy. Non si può pensare tuttavia di creare una filiera dall’oggi al domani e soprattutto non si può creare una filiera se le regole del gioco cambiano in continuazione. Senza un piano di lungo termine è difficile che si determinino le condizioni per gli investimenti necessari, che generano domanda e percorsi di specializzazione a partire dalle scuole superiori.Investire sull’agrivoltaico significa attivare circa 150mila nuovi posti di lavoro, in primis valorizzando le competenze locali.

La transizione energetica si costruisce, infatti, a partire dai territori e l’agrivoltaico rappresenta il paradigma ideale di questo processo. Confidiamo quindi che il governo punti in modo sistemico e strutturale sul patrimonio già esistente, che risiede nel combinato disposto tra varietà delle colture agricole presenti nel nostro Paese e know-how tecnico delle rinnovabili. Sostenere l’agrivoltaico permetterebbe così di attivare un volano funzionale alla crescita del Made in Italy, come auspicato dalla premier Giorgia Meloni in occasione della ricorrenza dei due anni di governo. Il settore delle rinnovabili, spinto dall’effetto propulsore dell’agrivoltaico, andrebbe infatti a incidere per almeno un 30% in proporzione all’ultima manovra varata dall’esecutivo.Mettere a sistema agricoltura, Made in Italy e fotovoltaico costituisce la strada da percorrere affinché l’Italia si affermi e consolidi come locomotiva per la transizione energetica nel panorama europeo e negli scenari globali”.

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