“Lo avevamo detto, scritto, ripetuto in tutte le salse: senza la reciprocità europea, senza la garanzia della legislazione e della regia statale, con la frammentazione delle competenze l’idroelettrico italiano sarebbe diventato preda dell’assalto di gruppi stranieri. È bastata la prima gara, per due impianti piccoli, per dare conferma di tutti i nostri timori, che erano stati fatti propri in una relazione del Copasir nella scorsa legislatura. Sull’idroelettrico italiano si stanno scatenando inevitabilmente gruppi stranieri, come dà conto oggi il Sole 24 Ore.
Per ora cechi e svizzeri, che naturalmente a casa propria se ne guardano bene dal mettere a gara le concessioni idroelettriche. Ma non ci vuole poi molto a immaginare cosa accadrà quando scadranno le concessioni Enel, che per legge devono vedere innescarsi le procedure entro quest’anno”. Lo scrive in un post su X il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
“Cinesi, paesi arabi e fondi internazionali ringraziano la logica tetragona della Lega, e la cocciutaggine del Movimento 5 stelle che dapprima ha fatto la legge che consente il sacco dell’idroelettrico, e poi impedito ogni aggiustamento in corso d’opera. Naturalmente, in tutto questo, il territorio montano – aggiunge il senatore Iv – è totalmente penalizzato: ogni ipotesi di compensazione territoriale obbligatoria per legge e costruita su scala innovativa con la logica dei servizi ecosistemici finisce in soffitta. Si preferisce andare avanti con la dinamica delle briciole che cadono dalla tavola del ricco Epulone, un pò di beneficenza spicciola che non innesca nessun processo di sviluppo sostenibile e nessuna giustizia sociale. Indietro tutta, e avanti lo straniero: dopo anni di chiacchiera nazionalpopulista, ecco il risultato. Applausi“.