Energia solare nello Spazio, il progetto Zeus punta a raddoppiare l’efficienza

Oltre ai potenziali benefici ambientali, la tecnologia potrebbe incrementare l'energia disponibile per i satelliti
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Il progetto europeo “Zeus“, coordinato dall’Università di Lund in Svezia, mira a rivoluzionare la raccolta e trasmissione dell’energia solare nello Spazio. Finanziato con quasi 4 milioni di euro, il progetto si concentrerà sullo sviluppo di celle solari in nanofili, una tecnologia innovativa e altamente resistente alle radiazioni spaziali. I nanofili, mille volte più sottili di un capello umano, offrono un’elevata capacità di assorbimento della luce solare, riducendo al contempo i danni causati dalle radiazioni.

Secondo Enrique Barrigon, professore all’Università di Malaga e ricercatore coinvolto, le attuali celle solari in nanofili raggiungono un’efficienza del 15%, ma Zeus punta ad aumentarla fino al 47% con celle a tripla giunzione e nuovi semiconduttori. Un altro obiettivo del progetto è trasferire queste celle su substrati leggeri e flessibili, ideali per la creazione di grandi pannelli fotovoltaici dispiegabili. Zeus promuove anche la sostenibilità, con un focus su decarbonizzazione e uso efficiente delle materie prime. Oltre ai potenziali benefici ambientali, la tecnologia potrebbe incrementare l’energia disponibile per i satelliti di comunicazione e altre applicazioni spaziali.

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