“Il sistema si sta testando tutto, dall’analisi dell’evento fisico fino all’accoglienza dei cittadini nelle regioni gemellate, attraverso un percorso che è concentrato in pochi giorni, ma che nella realtà potrebbe essere lungo anche settimane se non addirittura mesi. Ed è giusto che in questo test qualcosa non vada bene, così da poter migliorare il sistema di reazione, che è molto complesso“. Così il capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, alla Direzione Comando e Controllo (Dicomac) di San Marco Evangelista (Caserta), centro operativo della Protezione Civile chiamato a coordinare ogni attività in caso di una eventuale eruzione del vulcano dei Campi Flegrei. In questi giorni, infatti, è in corso l’importante esercitazione di protezione civile “Exe Flegrei 2024″.
“Le esercitazioni – aggiunge Ciciliano – servono per testare le procedure, e al termine del test ci sarà un’analisi in cui ogni istituzione coinvolta metterà sul tavolo quello che è l’esito dell’attività addestrativa, e verranno tirare le somme per migliorare ciò che dovesse risultare migliorabile”.
Ciciliano è ottimista circa l’esito di una eventuale risposta ad un’emergenza reale di tutte le istituzioni coinvolte. “Tutte si sono messe in moto in maniera eccellente per risolvere a braccetto il problema generale, che è la gestione del rischio vulcanico dei Campi Flegrei; eventuali sfasature verranno rimesse a posto perché il sistema migliori per poter essere usato nella realtà o ulteriormente provato”.
Ciciliano ribadisce poi l’imprescindibilità dell’attività di addestramento, anche agli occhi della cittadinanza. “Un’attività fondamentale – conclude il capo della Protezione Civile – quanto, e in certe occasioni anche di più, dell’attività di realizzazione di un piano. Se non capiamo questo non facciamo un discorso di modernità; per questo motivo la gente deve partecipare e sentirsi parte attiva di questa comunità della resilienza”.