L’Europa è indietro sull’eolico offshore: il Mare del Nord può essere la più grande centrale elettrica del mondo

I progetti per l'Europa entro i prossimi anni: un aspetto importante è quello dell'eolico offshore
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L’Europa deve accelerare se vuole raggiungere la capacità eolica offshore di 300 Gigawatt entro la metà del secolo come stabilito dalla strategia dell’Ue per le energie rinnovabili offshore. A dirlo è il commissario europea all’Energia, Kadri Simson, intervenendo alla riunione ministeriale della Cooperazione energetica dei mari del nord: un’alleanza che coinvolge nove Stati – Francia, Germania, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svezia, Danimarca, Irlanda, Regno Unito, Norvegia – e vuole dare un contributo all’ambizione europea di arrivare ad almeno 300 GW entro il 2050. La quota di partecipazione dal Mar del Nord a tale obiettivo finale è pari ad oltre l’85%: come si legge nella dichiarazione congiunta del settembre 2022, il target fissato dai ministri dei Paesi nordici coinvolti nella cooperazione è di almeno 260 GW di energia eolica offshore entro il 2050, con tappe intermedie di almeno 76 GW entro il 2030 e 193 GW entro il 2040.

Di fatto, si punta a far diventare il Mare del Nord la più grande centrale elettrica del mondo. “Conosciamo tutti i nostri obiettivi, ovvero 110 GW entro il 2030 e oltre 300 GW entro il 2050. L’Europa ha attualmente 35 GW di energia eolica offshore installata, gran parte della quale concentrata proprio qui nel Mare del Nord. Ma dobbiamo accelerare la resa del progetto. Restano alcune sfide, ma siamo sulla buona strada per sbloccare insieme il pieno potenziale”, ha precisato Simson evidenziando “un notevole slancio registrato quest’anno nella diffusione delle rinnovabili offshore nel Mare del Nord”.

Il futuro

Per il futuro, “dobbiamo lavorare ulteriormente su un quadro di pianificazione comune e garantire un’equa allocazione di costi e benefici se vogliamo vedere i progetti decollare”, ha detto. “In secondo luogo, il finanziamento rimane una sfida significativa. Dobbiamo valutare attentamente la natura e l’entità degli investimenti richiesti ed esplorare approcci innovativi per garantire i finanziamenti e le risorse necessarie per realizzare le nostre ambizioni”, ha spiegato. Questi sviluppi, poi, “dovrebbero andare di pari passo con una pianificazione di rete più integrata basata su una cooperazione regionale rafforzata”.

In terzo luogo, “dobbiamo svelare il pieno potenziale della legislazione Fit for 55 recentemente adottata attraverso una rapida attuazione e lo sviluppo di misure di supporto”. Simson ha osservato che “la competitività europea è un pilastro centrale dell’agenda della Commissione” e che “le catene di fornitura sicure saranno essenziali” a tale scopo. In questo contesto, “la Commissione sta inoltre lavorando su atti riguardanti i criteri non di prezzo nelle aste e negli appalti pubblici, come previsto dalla legge sull’industria a zero emissioni, il Net-Zero Industry Act”.

Ciò svolgerà “un ruolo fondamentale nel promuovere la sostenibilità e la resilienza della catena di fornitura di energia rinnovabile in Europa” e “ci aspettiamo che questi atti siano adottati entro marzo 2025”, ha dichiarato. Infine, “le competenze saranno una sfida importante e sono una priorità fondamentale per la Commissione”, così come “sarà fondamentale passare da una pianificazione spaziale marittima puramente nazionale con consultazioni transfrontaliere a un approccio più regionale” e, “ultimo ma non meno importante, saranno necessari ulteriori passi avanti per far progredire l’idrogeno rinnovabile offshore nel Mare del Nord per incrementare il mercato europeo dell’idrogeno e sbloccare il potenziale dell’eolico offshore”, ha concluso il commissario Simson.

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