Tra i 36 vincitori del prestigioso bando per giovani ricercatori Rita Levi Montalcini, c’è anche Vito Giovanni Lucivero, che, dall’estero, ha deciso di tornare in Puglia, nella sua Bari, e di svolgere la sua ricerca avveniristica sulla fisica quantistica nel Dipartimento interateneo di Fisica di UniBa e PoliBa, un centro d’eccellenza italiano sul quantum guidato da Roberto Bellotti. Lucivero ha vinto il bando con il suo progetto AQUSENS (Sensori atomici quantistici su chip) ed è risultato secondo in classifica per quota di finanziamento, con l’assegnazione di 345 mila euro. Il bando Montalcini prevede poi la possibilità del passaggio a professore associato dopo un anno da RTDB.
Il Premio Montalcini dà la possibilità ai giovani ricercatori di scegliere tra cinque Università in cui svolgere la propria attività. Tra tutte, Lucivero, che al momento dell’application era all’estero, ha scelto di tornare nel Dipartimento Interateneo di Fisica di Bari, dove ha concorso a far nascere il gruppo AQuTech e a organizzare un nuovo Master in Scienze e Tecnologie Quantistiche, di cui è vice-coordinatore.
“Le attività di ricerca di Gianvito Lucivero si inseriscono in modo organico nello sviluppo delle tecnologie quantistiche per la sensoristica biomedicale, che il dipartimento di Fisica di Bari sta perseguendo con il progetto di eccellenza QuaSiMoDo – commenta il direttore del Dipartimento, Roberto Bellotti – La scelta del ricercatore Lucivero di proseguire la sua carriera accademica a Bari, con il prestigioso finanziamento ministeriale e dopo lunghi periodi in USA e Spagna, è la dimostrazione che anche nelle Università pubbliche meridionali si può svolgere attività di ricerca ai massimi livelli“.
“Il premio Montalcini – commenta Vito Giovanni Lucivero – è un graditissimo riconoscimento per un percorso lungo ed impegnativo. Sono felice e orgoglioso di poter realizzare le mie attività di ricerca nel Dipartimento che ha contribuito alla mia formazione scientifica e nel territorio in cui sono cresciuto“.
Il progetto
Il progetto AQUSENS sarà realizzato nel gruppo AQuTech e svilupperà due tecnologie complementari per esplorare il mondo microscopico attraverso sensori atomici miniaturizzati ad alta precisione. La prima tecnologia consiste in celle di vapori (LWVCs), un’invenzione brevettata da Lucivero in collaborazione con Morgan Mitchell, professore dell’ICFO di Barcellona e con il gruppo di Roberto Osellame della sezione di Milano del CNR-IFN. La seconda consiste in microcelle in cavità per sensori con risoluzione spaziale sub-millimetrica. Entrambe le strategie permetteranno di realizzare piattaforme di sensoristica quantistica su chip per studiare proprietà e fenomeni magnetici inesplorati su scala microscopica. Esempi di applicazioni sono tecniche di risonanza magnetica a campi deboli, il rilevamento del biomagnetismo di organi su chip, singoli neuroni ed organismi o batteri, fino a test non distruttivi di componenti elettroniche, batterie e celle solari.
La startup
Dal progetto si passerà al trasferimento tecnologico dei risultati scientifici, grazie allo spinoff dell’Università di Bari, la startup innovativa QSENSATO srl, fondata dallo stesso Lucivero con i soci Annalisa Volpe e Domenico Tulli, e che opererà in sinergia con le attività di ricerca del gruppo AQuTech. QSENSATO srl si propone infatti di sviluppare, produrre e commercializzare chips atomico-fotonici, realizzati attraverso la tecnologia brevettata delle laser-written vapor cells, per soddisfare la crescente richiesta di sensori atomici quantistici miniaturizzati ad alta precisione per numerosi segmenti di mercato quali metrologia, biomedicale, spazio, geomagnetismo ed automotive.
Il cervello di ritorno
Vito Giovanni (Gianvito) Lucivero, 38 anni, originario di Molfetta (BA), dopo una laurea triennale al Dipartimento di Fisica di Bari si è trasferito prima a Roma, dove ha conseguito un master in ottica quantistica all’interno del gruppo guidato dal professor Fabio Sciarrino presso l’Università La Sapienza, e poi a Barcellona, in Spagna, dove nel 2011 è entrato a far parte del gruppo “Atomic Quantum Optics” del professor Morgan Mitchell presso ICFO – The Institute of Phoronic Sciences. Dopo aver ottenuto il dottorato di ricerca europeo, grazie a un tirocinio di ricerca presso la Jagiellonian University di Cracovia nel 2013 (gruppo del professor Gawlik), tra il 2016 e il 2019 ha lavorato come postdoctoral research associate e lecturer presso la Princeton University, nel gruppo guidato dal professor Michael Romalis. Nell’ottobre 2019 è tornato all’ICFO di Barcellona con una Marie-Curie fellowship e il progetto “Integrated Atomic Sensing” contribuendo al progetto europeo macQsimal. Dal dicembre 2021 ha anche svolto attività di docenza in Quantum Sensing nel Master of Quantum Science and Technology, coordinato dall’Università di Barcellona (UB).
Dal febbraio 2023 ha deciso di tornare in Italia come ricercatore RTDA presso il Dipartimento interateneo di Fisica di Bari grazie a fondi europei Next Generation EU e al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nel quadro del partenariato NQSTI – National Quantum Science and Technology Institute, l’hub di eccellenza italiano in tecnologie quantistiche. Grazie ai primi fondi NQSTI, a Bari ha avviato un nuovo gruppo di ricerca sperimentale AQuTech (Atomic Quantum Technologies). Le attività di AQuTech si inquadrano nel progetto QuaSiMoDo: Quantum Sensing and Modeling for One Health, per cui il Dipartimento Interateneo di Fisica è stato riconosciuto come Dipartimento di Eccellenza dal MUR (2023-2027).