La macchia solare AR3842 ha generato una nuova esplosione ieri, 7 ottobre, alle 21:13 ora italiana, producendo un flare classe X2 (immagini in alto). Le radiazioni UV estreme hanno causato un blackout radio a onde corte nelle Americhe e una significativa CME è stata scagliata nello Spazio: è possibile che vi sia una componente diretta verso la Terra, i dati dai coronografi SOHO confermeranno o meno la previsione.
Una forte tempesta geomagnetica
Per la seconda notte di fila, le aurore boreali hanno colorato il cielo degli USA. I livelli di tempesta geomagnetica hanno raggiunto la classe G3 la sera del 7 ottobre ora locale. Cosa è successo? Ebbene, la Terra sta attraversando la coda di una CME che ha raggiunto il pianeta il 6 ottobre, e non è ancora finita: una forte attività geomagnetica è ancora in atto.
Cos’è un brillamento
Un brillamento solare è un’esplosione di energia sulla superficie del Sole che avviene quando linee di campo magnetico, vicine a macchie solari, si rompono e si ricollegano. Questa riconnessione magnetica libera una quantità enorme di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica che copre uno spettro ampio, dalle onde radio ai raggi gamma. I brillamenti solari possono durare da pochi minuti a diverse ore e sono classificati in base alla loro intensità in classi A, B, C, M e X, con la classe X che rappresenta i brillamenti più potenti. Questi eventi non solo aumentano la luminosità del Sole, ma possono anche accelerare particelle ad alta energia, influenzando lo spazio interplanetario e potenzialmente l’ambiente spaziale vicino alla Terra.
Cos’è un blackout radio a onde corte
Un blackout radio a onde corte sulla Terra, causato da un brillamento solare, è un’interruzione delle comunicazioni radio che si verifica quando un brillamento emette una quantità significativa di radiazione elettromagnetica. Questa radiazione ionizza gli strati superiori dell’atmosfera terrestre, in particolare la ionosfera, aumentando la densità degli elettroni. La ionosfera, normalmente riflette e propaga le onde radio a onde corte, diventa così troppo densa e assorbente, impedendo la riflessione delle onde radio e causando un’interruzione delle comunicazioni. Questi blackout possono durare da pochi minuti a diverse ore, a seconda dell’intensità del brillamento e della sua durata. Gli effetti sono particolarmente tangibili nelle regioni illuminate dal Sole al momento del brillamento.
Cos’è un’espulsione di massa coronale (CME)
Un’espulsione di massa coronale (CME) è una massiccia eruzione di plasma e campi magnetici dalla corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Le CME sono causate dall’instabilità e dalla riconnessione delle linee del campo magnetico solare, che liberano grandi quantità di energia. Quando una CME avviene, enormi bolle di gas magnetizzato vengono espulse nello Spazio a velocità che possono raggiungere i milioni di chilometri all’ora.
Le CME possono avere un impatto significativo quando colpiscono la Terra. Possono causare tempeste geomagnetiche, che a loro volta possono interferire con i sistemi di comunicazione e navigazione, danneggiare satelliti e influenzare le reti elettriche. Le particelle cariche provenienti dalle CME possono anche aumentare l’intensità delle aurore boreali e australi.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Una tempesta geomagnetica è un’alterazione temporanea del campo magnetico terrestre causata dall’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Quando le particelle ad alta energia del vento solare colpiscono la magnetosfera terrestre, inducono correnti elettriche nelle regioni polari, creando spettacolari aurore e distorsioni del campo magnetico. Le tempeste geomagnetiche possono derivare da espulsioni di massa coronale (CME) o da forti flussi di vento solare. Possono causare disturbi nelle reti elettriche, nei sistemi di navigazione satellitare, nelle telecomunicazioni e nei servizi di navigazione aerea e marittima.
Cosa sono le aurore boreali
Le aurore boreali sono spettacolari fenomeni luminosi che si verificano principalmente nelle regioni polari, visibili soprattutto vicino ai Poli Nord e Sud. Queste aurore sono causate dall’interazione delle particelle cariche provenienti dal vento solare con la magnetosfera terrestre. Quando il vento solare, costituito principalmente da elettroni e protoni, colpisce la magnetosfera terrestre, parte di queste particelle viene incanalata lungo le linee del campo magnetico verso i poli. Qui, queste particelle cariche interagiscono con gli atomi di gas nell’alta atmosfera, tipicamente ossigeno e azoto, eccitandoli. Quando gli atomi eccitati ritornano al loro stato normale, rilasciano energia sotto forma di luce, creando le splendide aurore colorate.
Le aurore boreali possono assumere diverse tonalità di verde, viola e rosso, a seconda dell’altitudine a cui avviene l’interazione e del tipo di atomi coinvolto. Questi spettacoli luminosi possono essere visti in particolare durante le notti polari, quando il cielo è buio e le condizioni atmosferiche sono favorevoli. Studiare le aurore boreali ci aiuta a comprendere meglio l’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre, così come i processi fisici nell’atmosfera superiore della Terra.