Un ghiacciaio che molti credevano scomparso è riemerso dai ghiaioni del Monte Pelmo, tra la Valle del Boite e la Val Fiorentina. Sotto strati di detriti, nascosto nella parte nordoccidentale del massiccio, l’antico ghiacciaio ha continuato a esistere, invisibile agli occhi. È stata una escursionista locale a scoprire ciò che resta di questa presenza glaciale durante un’escursione sulla Val D’Arcia, percorrendo un ampio ghiaione situato tra i 2000 e i 2200 metri di altitudine.
Una recente frana del 2023 ha svolto un ruolo cruciale nel far riemergere parte del ghiacciaio: una colata di detriti, scesa lungo il canale di una precedente frana, ha esposto i costoni blu e grigi di ghiaccio, rimasti nascosti per decenni sotto uno spesso strato di massi e ghiaia. L’accumulo di detriti ha permesso al ghiacciaio di sopravvivere, frenando la sua scomparsa completa. Ora, alla base di questo ghiacciaio riaffiorato, sono chiaramente visibili i canali scavati dall’acqua di scioglimento.
La testimonianza più evidente della presenza passata di questo gigante di ghiaccio è una morena alta circa 25 metri, situata nella parte alta del massiccio. Questa struttura, composta da rocce e detriti, risale all’ultima avanzata del ghiacciaio, avvenuta circa 150 anni fa, durante la cosiddetta “piccola era glaciale” del 1850. Tuttavia, da allora, i ghiacciai delle Dolomiti, inclusi quelli sull’Antelao e sulla Marmolada, hanno visto un declino costante.
Ciò che oggi torna visibile sul Pelmo è un ghiacciaio che, “grattato” dalle frane, è nuovamente esposto alla luce del sole. Tuttavia, la sua posizione su un pendio fortemente inclinato e la continua esposizione ai raggi solari non fanno altro che accelerare il suo inevitabile destino, mettendo ulteriormente a rischio la sua sopravvivenza.