Dopo tre anni di disaccordi e tensioni tra Parigi e Rabat il presidente francese, Emmanuel Macron, vola per il Marocco per sancire una forma di riconciliazione e dare nuovo slancio alle relazioni tra i due Paesi. ”Vogliamo rifondare” le relazioni bilaterali “ma anche proiettarci nei decenni a venire”, ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, intervistato da La Tribune Dimanche. Impressionante la delegazione al seguito, con almeno nove ministri in missione in Marocco, tra cui il responsabile dell’Interno, Bruno Retailleau, dell’Economia Antoine Armand, dell’Istruzione Anne Genetet e della Cultura, Rachida Dati, anch’essa di origini marocchine.
Partecipano al viaggio anche manager di colossi francesi come Engie, Alstom, Safran, TotalEnergies, Suez, Veolia et Thales Alenia Space. Per l’occasione, non può mancare la ricchissima sfera culturale franco-marocchino, rappresentata da scrittori di fama mondiale come Tahar Ben Jelloun e Leïla Slimani, ma anche dal comico Djamel Debbouze e l’attore Gerard Darmon. Macron verrà ricevuto dal re del Marocco, Mohammed VI.
Il faccia a faccia e gli investimenti
I due capi dello Stato avranno un primo faccia a faccia seguito dalla firma di accordi su energia, acqua, istruzione e sicurezza interna. Macron e Mohamed VI intendono così voltare pagina, lasciandosi dietro alle spalle anni di polemiche e contenziosi, dai sospetti sulle intercettazioni telefoniche di Macron al taglio dei visti per i marocchini nel 2021-2022 per indurre Rabat a riprendere gli immigrati irregolari espulsi dalla Francia. Un tema, quello dell’immigrazione, che dovrebbe essere oggetto di nuove intese tra Parigi e Rabat.
Il 30 luglio 2024, in occasione del 25° anniversario dell’ascesa al trono di re del Marocco, Mohammed VI, Emmanuel Macron ha inviato una lettera al sovrano affermando, per la prima volta, che “il presente e il futuro del Sahara Occidentale rientrano nel quadro della sovranità marocchina”. Un riconoscimento storico, che Rabat attendeva da tempo.
I media rammentano la cosiddetta “crisi dei visti” tra il 2021 e il 2022, quando la Francia dimezzò i visti concessi ai marocchini e il Marocco per ripicca cessò di rimpatriare i suoi migranti espulsi da Parigi. Ne seguì un notevole raffreddamento degli scambi commerciali tra i due Paesi accentuato anche dalle sospensioni (nel 2023) dei rispettivi ambasciatori e dal rifiuto marocchino di ricevere aiuti da Parigi dopo il devastante terremoto dell’anno scorso.
“Le relazioni economiche – scrive il portale economico Ecomed – un tempo prospere, subirono un rallentamento e la cooperazione, un tempo intensa in settori chiave come le infrastrutture, l’energia e l’istruzione, è stata segnata da un calo degli investimenti diretti esteri (Ide) francesi in Marocco”. Secondo i dati della Banca Mondiale, i flussi di Ide tra Francia e Marocco sono diminuiti del 10% tra il 2021 e il 2023. Tuttavia, diversi elementi hanno contribuito al miglioramento delle relazioni bilaterali, facilitando l’attuale visita di Emmanuel Macron in Marocco. In primo luogo, una serie di incontri ad alto livello hanno svolto un ruolo cruciale. Tra questi, la visita dell’ex titolare all’economia, Bruno Le Maire, a Marrakech nell’ottobre 2023, in occasione degli incontri annuali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, durante la quale i due paesi hanno registrato la reciproca volontà di ristabilire il dialogo economico.
Gli analisti ricordano che la Francia l’anno scorso, nonostante gli attriti, è stata il primo investitore straniero in Marocco con uno stock di investimenti di circa 20 miliardi di euro. Quest’ultima peraltro è già ben ancorata in settori strategici come le infrastrutture, le automobili e le energie rinnovabili.
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