Un rapporto sull’impatto delle grandi infrastrutture di ricerca nei Paesi del G7, commissionato dalla presidenza italiana del G7 a The European House – Ambrosetti (Teha Group) e realizzato in collaborazione con il ministero dell’Università e della Ricerca e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha rivelato che le 32 grandi infrastrutture di ricerca, sviluppate nel periodo dal 1987 al 2023, hanno generato ricadute economiche pari a 1.400 miliardi di euro, a fronte di un investimento complessivo di circa 540 miliardi di euro. Il rapporto è stato presentato oggi in Sardegna, durante una conferenza dedicata alle grandi infrastrutture di ricerca a Oliena, in provincia di Nuoro, nell’ambito della presidenza italiana del G7.
Il documento delinea l’identikit delle grandi infrastrutture di ricerca, mettendo in luce le più complesse e con caratteristiche uniche, contraddistinte da un investimento iniziale di almeno 500 milioni di euro e capaci di catalizzare gli sforzi di un’intera comunità scientifica. Dallo studio emerge che gli impatti non sono soltanto di natura scientifica, ma comprendono anche dimensioni economiche, tecnologiche, sociali e geopolitiche.
In termini economici, le 57 grandi infrastrutture dei Paesi del G7, di cui 32 basate sulla Terra come il Cern di Ginevra e 25 nello spazio come la Stazione Spaziale Internazionale, hanno prodotto un valore totale di 1,4 trilioni di euro, sia in maniera indiretta che indotta. Inoltre, gli impatti tecnologici sono significativi, considerando che innovazioni fondamentali come il Web e le batterie al litio sono strettamente correlate alle grandi infrastrutture di ricerca.
Guardando al futuro, il rapporto individua tre aree di azione prioritarie per le grandi infrastrutture di ricerca: comunicazione e impatto, investimenti e capitale umano, oltre a dati e tecnologia. Si evidenzia che, tramite un meccanismo di coordinamento permanente e strutturato e la leadership scientifica e tecnologica dei Paesi membri, il G7 può contribuire a definire standard per le grandi infrastrutture scientifiche e favorire la collaborazione globale.
Infine, il rapporto sottolinea l’importanza di introdurre nuovi meccanismi di coordinamento, investimento e scambio di dati tra i Paesi del G7. L’obiettivo è di promuovere il progresso scientifico e tecnologico, rafforzando al contempo l’influenza del G7 nella ricerca globale, stimolando l’innovazione e affrontando le sfide più rilevanti a livello mondiale.