Il Dipartimento dell’Energia (DoE) degli Stati Uniti ha reso noto che saranno stanziati 900 milioni di dollari per lo sviluppo di tecnologie e reattori nucleari di prossima generazione, con l’obiettivo di soddisfare la crescente domanda di energia pulita. Il DoE ha aperto ieri le domande per accedere ai finanziamenti, che saranno destinati a supportare l’implementazione nazionale di piccoli reattori modulari di terza generazione. Lo scopo, secondo quanto affermato, è quello di promuovere “l’implementazione sicura e responsabile” di queste tecnologie avanzate, contribuendo a sostenere i progetti di reattori successivi in linea con gli obiettivi climatici nazionali.
Reattori nucleari negli Stati Uniti
I fondi sono stati autorizzati nell’ambito della legge federale sulle infrastrutture del 2021. La Segretaria all’Energia degli Stati Uniti, Jennifer Granholm, ha dichiarato: “Rivitalizzare il settore nucleare americano è fondamentale per immettere più energia priva di emissioni di carbonio nella rete e soddisfare le esigenze della nostra economia in crescita, dall’intelligenza artificiale e dai data center alla produzione e all’assistenza sanitaria“.
Il Dipartimento dell’Energia prevede che gli Stati Uniti avranno bisogno di circa 700-900 gigawatt (GW) di capacità aggiuntiva di energia pulita e costante per raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2050. Per questo, ai sensi del Consolidated Appropriations Act del 2024, il DoE offrirà i 900 milioni in due fasi. La prima, gestita dall’Office of Clean Energy Demonstrations, fornirà fino a 800 milioni di dollari per premi basati su milestone, destinati a supportare fino a due team di utility, vendor di reattori, costruttori e utenti finali/offtaker, impegnati nell’implementazione di un primo impianto e nella creazione di un portafoglio ordini per reattori di nuova generazione. In questa fase, i team potranno collaborare con la National Nuclear Security Administration per integrare misure di sicurezza nella progettazione dei reattori.
La seconda fase, gestita dall’Office of Nuclear Energy, destinerà fino a 100 milioni di dollari per stimolare ulteriori implementazioni di SMR (mini reattori) di nuova generazione, con l’obiettivo di colmare le lacune che ostacolano l’industria nucleare nazionale. Tra queste aree critiche rientrano progettazione, licenze, sviluppo dei fornitori e preparazione dei siti. I richiedenti di questa seconda fase dovranno essere proprietari di progetti pianificati o utility, oppure entità “che cercano di migliorare la capacità, la competitività o la capacità della catena di fornitura nazionale per gli SMR Gen III+”, ha spiegato il DoE.
Attualmente, l’energia nucleare ha contribuito per quasi la metà all’elettricità senza emissioni di carbonio prodotta negli Stati Uniti nel 2023. Diverse utility stanno cercando di estendere la vita utile dei reattori esistenti, invertire i piani di dismissione o riavviare reattori chiusi negli ultimi anni. La recente espansione dell’impianto nucleare Alvin W. Vogtle della Southern Co. ha acceso il dibattito sul futuro dell’energia nucleare negli Stati Uniti, coinvolgendo sia reattori su larga scala che modelli più piccoli.
Ali Zaidi, consigliere nazionale per il clima della Casa Bianca, ha commentato: “In tutto il Paese stiamo assistendo a una vigorosa rinascita dell’innovazione energetica americana, dal ripristino di centrali nucleari precedentemente chiuse all’attivazione di nuove tecnologie e nuovi reattori“.
Al momento, però, non ci sono SMR commerciali che forniscono elettricità alla rete negli Stati Uniti, anche se diversi progetti di varie dimensioni e capacità sono in fase di valutazione. Nel mese di luglio, il presidente Joe Biden ha firmato la legge Advance Act, pensata per sostenere lo sviluppo di reattori avanzati, riducendo i tempi per il rilascio delle licenze e abbattendo i costi di revisione delle domande che l’industria nucleare deve sostenere.