La fotografia scattata il 2 aprile 2018 a Narok, nella regione sud-occidentale del Kenya, lungo la Great Rift Valley, offre uno sguardo su un fenomeno geologico di portata globale che sta progressivamente rimodellando il continente africano. La Rift Valley, che si estende per circa 6000 chilometri dal Libano al Mozambico, varia in larghezza tra i 30 e i 100 chilometri. Questa immensa spaccatura nella crosta terrestre è il risultato di un processo tettonico che porterà, nel corso dei millenni, alla separazione di una porzione dell’Africa orientale dal resto del continente.
Sebbene a prima vista possa sembrare un evento distante nel tempo, va sottolineato che in termini geologici, l’ordine di grandezza è impressionante: ciò che per noi potrebbe sembrare “molto lontano” è, in realtà, un processo che avverrà “molto presto”. Infatti, 10 milioni di anni sono un intervallo di tempo estremamente breve nella scala delle ere geologiche. Questo fenomeno è dovuto al movimento delle placche tettoniche, che in questo caso stanno spingendo la placca africana e la placca somala verso una separazione graduale.
Il movimento continuo delle placche tettoniche ha già iniziato a manifestarsi con fratture visibili e attività vulcanica nella regione, rendendo la Rift Valley una delle aree geologicamente più attive del pianeta. Si tratta di un processo inarrestabile, che sta letteralmente dividendo la crosta terrestre in due. Quando la separazione sarà completa, una nuova porzione di oceano si formerà tra la parte orientale dell’Africa e il resto del continente, trasformando la regione in un arcipelago di isole.
Questo fenomeno offre una chiara testimonianza del dinamismo del nostro pianeta. I continenti non sono immobili, ma si spostano costantemente, seguendo un ciclo di formazione e distruzione che dura miliardi di anni. La Rift Valley africana rappresenta un esempio affascinante di questo processo, e gli eventi che si stanno verificando oggi sono il preludio di cambiamenti epocali nel paesaggio della Terra.