Un nuovo studio condotto dai ricercatori del National Zoo and Conservation Biology Institute (NZCBI) dello Smithsonian rivela che le condizioni ambientali nelle zone di nidificazione invernale degli uccelli migratori, sempre più sconvolte dal riscaldamento globale, influenzano la loro capacità di sopravvivere alla migrazione primaverile e alla stagione riproduttiva. Sebbene gli scienziati sappiano da tempo che la qualità dell’habitat invernale, o non riproduttivo, influisce sui tempi di migrazione degli uccelli migratori e sul loro successo riproduttivo, lo studio, pubblicato su Current Biology, segna la prima volta che i ricercatori hanno collegato le condizioni invernali alla sopravvivenza della migrazione.
L’analisi dei dati relativi sia alla parula di Kirtland che alla parula azzurra gola nera ha rivelato una diminuzione delle precipitazioni e una produttività vegetativa ridotta negli habitat caraibici non riproduttivi degli uccelli, portando a una minore sopravvivenza degli esemplari durante la migrazione primaverile. Per le parule di Kirtland, la scarsa qualità dell’habitat invernale ha anche diminuito la sopravvivenza nella successiva stagione riproduttiva.
Con il continuo declino delle popolazioni di uccelli, è fondamentale comprendere i fattori che influenzano la loro sopravvivenza durante tutto l’anno. Le proiezioni indicano che i Caraibi diventeranno più secchi nei prossimi decenni a causa del cambiamento climatico, suggerendo che specie di uccelli migratori come queste parule potrebbero affrontare sfide ancora maggiori in futuro.
“Se la qualità dell’habitat invernale continua a degradarsi nel prossimo mezzo secolo a causa del cambiamento climatico, ora possiamo dire che ciò ridurrà la capacità degli uccelli di sopravvivere alla migrazione primaverile“, ha affermato Nathan Cooper, autore principale dello studio ed ecologo ricercatore presso NZCBI. “Questa conoscenza può aiutarci a dare priorità alle misure di conservazione nelle aree non riproduttive più resistenti alla siccità“.