Utilizzare la potenza dei supercomputer per analizzare e prevenire i disastri ambientali e naturali, superando l’approccio emergenziale in favore di interventi preventivi sul territorio. Questo è l’obiettivo di una delle unità di ricerca (Spoke 5) dell’Icsc, il Centro nazionale di ricerca in high performance computing, Big Data e quantum computing. Tra le sfide, ad esempio, c’è quella di impedire che un’intensa pioggia si trasformi in un disastro, oppure di capire come specifiche azioni possano contribuire al ripopolamento di aree a rischio.
“Siamo un Paese molto fragile dal punto di vista idrogeologico e soffriremo sempre più a causa del cambiamento climatico, che comporterà una maggiore frequenza di eventi estremi“, ha spiegato Vito Tagarelli, del Politecnico di Bari e coinvolto nelle ricerche dello Spoke 5. “Purtroppo – ha aggiunto – è sotto gli occhi di tutti che siamo continuamente in emergenza, il che implica una spesa economica enorme ogni anno e non più sostenibile per le casse del nostro Paese. Il nostro obiettivo è contribuire a virare verso la prevenzione dei disastri, così da consentire la salvaguardia delle vite umane oltre che un notevole risparmio di soldi“.
La strategia suggerita si basa sull’uso dei più avanzati strumenti offerti dai supercomputer, che permettono di creare gemelli digitali del territorio. Questi modelli virtuali consentono di prevedere gli effetti degli eventi estremi e di valutare le contromisure più efficaci. Dalle tradizionali opere ingegneristiche a soluzioni più innovative e sostenibili, come l’uso di vegetazione selezionata, si studiano interventi capaci di limitare i danni.
Anche fenomeni meno evidenti, come i lenti movimenti franosi, contribuiscono allo spopolamento delle aree interne tra Puglia, Basilicata e Campania. “I nostri strumenti – ha proseguito Tagarelli – possono individuare le strategie migliori per contrastare questi fenomeni, ridurre il rischio associato ad essi, e consentire ad esempio la realizzazione di nuove infrastrutture che portano con sé un indotto occupazionale ed economico per contrastare il declino demografico di queste aree“.
L’efficace gestione delle risorse territoriali passa dalla realizzazione di opere di mitigazione del rischio che siano resilienti e sostenibili. “Infine – ha concluso Tagarelli – il nostro lavoro, oltre che stimolare la presa di consapevolezza della società civile dei rischi a cui siamo soggetti, potrà anche rappresentare uno strumento efficace anche in ottica assicurativa, consentendo di identificare e quantificare il rischio presente e futuro, soprattutto in territori in cui non esistono ancora valutazioni idonee“.
Grazie alla sinergia tra innovazione tecnologica e ricerca, l’approccio proposto dalle ricerche dello Spoke 5 dell’Icsc promette di essere una risorsa fondamentale per affrontare le sfide future legate ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali.