Nella mattinata del 24 ottobre 2024, una storia di grande coraggio e prontezza si è consumata a Como, dove i vigili del fuoco locali hanno salvato un gattino che stava per finire in uno dei luoghi più inaspettati: la fossa dei rifiuti di un termovalorizzatore, a pochi passi dal forno inceneritore. L’animale, impaurito e disorientato, era caduto in un pozzo di circa dieci metri di profondità, rischiando di non avere via di scampo se non fosse stato per l’intervento tempestivo dei soccorritori.
L’allarme
L’allerta è partita da uno degli operatori del termovalorizzatore, mentre svolgeva il suo consueto lavoro di movimentazione dei rifiuti. Mentre spostava una massa di scarti, ha intravisto un movimento sospetto nella fossa. Era un piccolo gatto, confuso e visibilmente terrorizzato. Senza perdere un attimo, l’operatore ha contattato i vigili del fuoco di Como, consapevole del pericolo imminente: il gattino, già in bilico su un accumulo di rifiuti, rischiava di essere travolto dal ciclo di lavorazione che l’avrebbe portato verso l’inceneritore.
Il salvataggio
I vigili del fuoco sono giunti sul posto in tempi rapidissimi. La situazione era critica, poiché la fossa dei rifiuti, profonda dieci metri, presentava non solo un pericolo immediato per il piccolo animale, ma richiedeva anche manovre particolarmente delicate per il recupero. Con l’ausilio di una scala estensibile e l’utilizzo di dispositivi di sicurezza, i pompieri hanno raggiunto il gattino. “Era spaventato, ma collaborativo“, ha commentato uno dei vigili del fuoco presenti durante l’operazione.
Una volta recuperato, il gattino è stato affidato alle cure di uno dei dipendenti del termovalorizzatore, che lo ha coccolato e tenuto al sicuro fino all’arrivo del veterinario. L’animale, sebbene visibilmente scosso dall’esperienza, era in buona salute e non presentava ferite o problemi particolari. La notizia del salvataggio ha presto fatto il giro della città, suscitando grande commozione e ammirazione per il coraggio e la tempestività dei soccorritori.
Ma come ci è finito li quel gattino? E’ precipitato da solo, oppure è stato in qualche modo gettato tra i rifiuti o dentro la stessa fossa da mani umane? A domandarselo sono i volontari dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente AIDAA che ha deciso di intervenire con una lettera alla direzione della società che gestisce la struttura. “Vogliamo capire come mai quel gattino ha rischiato di essere bruciato vivo, come sia potuto arrivare li. -scrivono gli animalisti- se sia un caso oppure se il gatto sia finito li per mano umana, per questo oltre alla lettera alla società invieremo un esposto alla procura di Como per chiedere di verificare se all’origine di questa vicenda non possa esservi un reato di abbandono o ancora peggio la volontà di uccidere questo micio“.