Il Rapporto Kingston e i vaccini magnetici: la teoria che non ATTIRA le prove

È sempre essenziale basarsi su fonti scientifiche affidabili per comprendere i reali effetti e la sicurezza dei vaccini
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Negli ultimi anni, si è diffusa una serie di teorie del complotto riguardanti i vaccini anti-COVID-19, molte delle quali affermano che questi contengano metalli rari e tossici capaci di generare un effetto magnetico negli esseri umani. Queste affermazioni, prive di basi scientifiche, continuano a circolare nonostante le ripetute smentite da parte della comunità medica e delle autorità sanitarie globali.

Una delle teorie più recenti, nota come “Rapporto Kingston“, sostiene che i vaccini contengano metalli di terre rare, come i lantanidi, noti per il loro uso in dispositivi elettronici e supermagneti. Secondo questa ipotesi, tali metalli sarebbero presenti nei vaccini anti-COVID-19 come ingredienti non dichiarati, causando fenomeni di “magnetismo umano“. Tuttavia, studi scientifici e revisioni paritarie non supportano tali affermazioni. I vaccini autorizzati, come quelli prodotti da Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson, non includono metalli pesanti, terre rare o altri materiali capaci di indurre un campo magnetico nel corpo umano.

Organizzazioni come il CDC e l’OMS hanno chiarito che gli ingredienti dei vaccini sono ampiamente noti e documentati. Si tratta principalmente di componenti come mRNA, lipidi, sali e zuccheri, tutti sicuri e utilizzati in numerose applicazioni mediche. Non c’è alcuna prova che suggerisca la presenza di microchip, metalli tossici o sostanze radioattive nei vaccini. Inoltre, esperti in ingegneria elettronica e fisica hanno spiegato che affinché un oggetto diventi magnetico, dovrebbe contenere materiali ferromagnetici, come il ferro, che non sono presenti nei vaccini.

Le teorie riguardanti gli “esseri umani magnetici” si sono diffuse tramite video virali sui social media, spesso manipolati o realizzati in modo da ingannare gli spettatori. Vari esperti hanno esaminato questi fenomeni e hanno dimostrato che gli oggetti apparentemente “magnetizzati” si attaccano alla pelle per via di adesivi, umidità o altri fattori fisici non legati al magnetismo.

Le teorie che sostengono l’esistenza di “ingredienti magnetici” nei vaccini anti-COVID-19 sono infondate e sono state ripetutamente smentite dalle principali autorità sanitarie mondiali. È essenziale basarsi su fonti scientifiche affidabili per comprendere i reali effetti e la sicurezza dei vaccini.

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