Incendi: un nuovo algoritmo mappa le aree bruciate del pianeta

L'algoritmo sviluppato dal gruppo di Bastarrika combina i dati di rilevamento attivo degli incendi con le immagini ottiche
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Un nuovo algoritmo, sviluppato grazie ai dati raccolti da sei diversi satelliti, offre una mappatura globale delle aree colpite dagli incendi. Lo studio, guidato dall’Università dei Paesi Baschi (Upv) e pubblicato su ISPRS Journal of Photogrammetry and Remote Sensing, rivela l’importanza di ottenere dati accurati e aggiornati su queste aree per comprendere meglio aspetti cruciali come la qualità dell’aria, i cicli biogeochimici e il clima, e per facilitare la gestione degli incendi.

Negli ultimi decenni, la mappatura delle aree bruciate si basava principalmente su studi delle zone rurali, ma il telerilevamento satellitare ha ora reso più accessibile il monitoraggio degli incendi, sia su scala regionale che globale. Tuttavia, “l’errore di omissione dei prodotti attuali è molto alto: molte aree che sono effettivamente bruciate non vengono identificate come tali“, ha dichiarato Aitor Bastarrika, ricercatore presso Upv/Ehu. Bastarrika ha sottolineato che i sistemi esistenti si basano su immagini con pixel di dimensioni tra i 250 e i 500 metri, il che limita la rilevazione degli incendi inferiori a 250 metri, nonostante tali incendi siano comuni in molti ecosistemi.

Per migliorare la precisione, il team ha utilizzato i dati dei satelliti Sentinel-2, che offrono immagini ad alta risoluzione spaziale (10-20 metri), ma con una frequenza temporale limitata: le immagini della stessa area vengono aggiornate solo ogni cinque giorni. A questi, si aggiungono i prodotti Modis (dai satelliti Terra e Aqua) e Viirs (derivati da Suomi Npp e Noaa-20), che, seppur con una risoluzione più bassa (375-1000 metri), garantiscono un aggiornamento quotidiano rilevando punti ad alta temperatura.

L’algoritmo sviluppato dal gruppo di Bastarrika combina i dati di rilevamento attivo degli incendi con le immagini ottiche, addestrando così un sistema di classificazione in grado di distinguere le aree bruciate da quelle non colpite. “Inoltre, queste previsioni sono state testate in 576 aree in tutto il mondo, in altre parole, l’algoritmo è stato analizzato in tutti gli ecosistemi in cui le aree bruciate sono significative“, ha spiegato Bastarrika.

Questa innovazione rappresenta un passo avanti nella gestione e nel monitoraggio degli incendi a livello globale, offrendo una visione più chiara e precisa delle aree colpite, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e alla protezione degli ecosistemi.

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