L’aumento delle infezioni sessualmente trasmesse, un’allerta per tutte le generazioni: casi anche in terza età

Le malattie sessuali anche in terza età: l'aumento nella popolazione generale, in Italia come nel resto del mondo
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Le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) sono in aumento nella popolazione generale, in Italia come nel resto del mondo. In questo trend non rientrano solo i giovani, che pure costituiscono la componente più rilevante, condizionata da una conoscenza molto limitata, dai social, dall’abuso di alcol e sostanze; tra le fasce coinvolte vi è anche la terza età. I dati sono emersi da vari studi che sono stati oggetto di attenzione nel X Congresso Nazionale della Società Interdisciplinare per lo studio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili (SIMaST), che si è recentemente tenuto a Roma. Tra le persone più mature, infatti, si abbassa il livello di guardia e talvolta prevale la vergogna di ammettere che si ha ancora una vita sessuale.

Il sesso continua a essere parte della vita anche in età più avanzata, ma resta un argomento tabù: sia per i medici che per le persone. Ci si può vergognare a parlare di fronte al partner o allo stesso medico di riferimento della propria attività sessuale, che può essere del tutto soddisfacente grazie al miglioramento nel controllo dei principali disturbi legati all’invecchiamento, come la riduzione del desiderio. E se le cose vanno bene, non è certo il primo pensiero il rischio di contrarre delle malattie sessuali. Sono passati molti anni da quando si sono apprese certe informazioni, anche riguardo all’HIV. Può subentrare un certo livello di negligenza nella tutela della salute sessuale, ad esempio trascurando l’uso del preservativo, che è un salvavita dalle IST, magari per il timore che accentui eventuali problemi erettili già presenti.

L’invecchiamento della popolazione

“L’invecchiamento in buona salute della popolazione influisce sulla sfera sociale e sessuale – sottolinea la Prof.ssa Laura Atzori, Direttore UOC di Dermatologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari – Questo implica un aumento di rischio anche per le persone sopra i 65 anni di contrarre una IST. Se fare domande sulla sfera più intima richiede sempre grande sensibilità, di fronte ad una persona avanti con gli anni l’imbarazzo può impedire al medico di prendere in giusta considerazione la sintomatologia, che spesso è riconducibile a patologie più caratteristiche dell’anziano, non sessualmente trasmesse. Disturbi delle vie urinarie, artralgie, astenia e facile affaticamento, ma anche la comparsa di manifestazioni cutanee e mucose tipiche di malattie come la sifilide, la gonorrea, l’HIV possono essere sottovalutate e attribuite ad altro.

Il pudore si accresce involontariamente di fronte ad una persona avanti con gli anni e diventa difficile richiedere che si spoglino completamente per visitare l’area ano-genitale alla ricerca di condilomi. Il 23% dei casi IST diagnosticati in Italia dal 1991 al 2021 ha coinvolto persone con più di 45 anni, considerando tutti gli adulti in un’unica fascia. Negli USA, i nuovi casi di HIV tra le persone sopra i 50 anni rappresentano già il 17%; nei Paesi Bassi si stima che arriverà al 73% nel 2030. Uno studio norvegese pubblicato sulla rivista “The Lancet healthy longevity” ha descritto il trend delle infezioni sessualmente trasmissibili nelle persone di età compresa tra 60 e 89 registrate tra il 1990 e il 2019 come in netto aumento in ben 204 Stati, con una maggiore suscettibilità verso l’HIV infezione rispetto i più giovani Da un recente studio cinese emerge che il 19% delle donne sopra i 64 anni testate per i papillomavirus (HPV) erano positive per genotipi oncogeni e che di queste donne il 16% aveva un carcinoma della cervice non diagnosticato. Questi dati ci indicano che le insidie diagnostiche delle IST nell’anziano non devono essere sottovalutate, servono linee guida, specifiche campagne di screening, e una formazione anche in terza età”.

L’importanza della vaccinazione contro l’HPV

Inoltre, in terza età vi è una più elevata prevalenza di Papilloma Virus, il cui vaccino – che si somministra prima della pubertà o all’inizio dell’adolescenza – è disponibile solo dal 2008. Il Papilloma Virus un’infezione particolarmente contagiosa, per cui può bastare anche un rapporto intimo non completo. L’importanza della prevenzione si evince dalle possibili conseguenze: l’HPV è un virus oncogeno e vi sono associati il 99% dei tumori della cervice uterina, il 90% di quelli del canale anale, il 75% di quelli vaginali e di quelli vulvari, senza dimenticare che vi è associato il 70% dei tumori di testa e collo e il 60% di quelli del pene.

“I dati del 2022 rilevano per la coorte d’età 2010 una copertura delle vaccinazioni del 39% tra le femmine e del 32% tra i maschi, ben lontana dal 95% auspicato, ma utile nel limitare la diffusione del virus – spiega Barbara Suligoi, Direttore COA dell’ISS e Presidente del Congresso SIMaST – I dati recenti dell’Istituto Superiore di Sanità, infatti, hanno rilevato nel 2022 rispetto al 2019 una riduzione dei condilomi nei giovani 15-24 anni del 53%, nettamente superiore a quella del 24% che riguarda coloro che hanno più di 24 anni”.

Test più rapidi e precisi

Uno dei problemi principali nella rilevazione delle IST è che spesso rimangono a lungo latenti: la clamidia, ad esempio, in 3 casi su 4 è asintomatica, quindi molte ragazze non se ne accorgono finché non si manifestano le conseguenze. Emerge pertanto l’importanza di imponenti campagne di screening, di un rapido e semplice accesso ai test, di una maggiore consapevolezza. I nuovi sistemi diagnostici e i test home made possono rappresentare importanti opportunità a questo proposito.

“Le infezioni non rilevate e non trattate possono avere gravi complicanze, che colpiscono soprattutto le donne e i neonati – sottolinea la Prof.ssa Manola Comar, Professore di Microbiologia Clinica e Direttore della scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia dell’Università degli Studi di Trieste – Nel 2016, l’OMS ha lanciato la sua strategia globale per affrontare le IST con una migliore sorveglianza attraverso test diagnostici più precisi. Negli ultimi anni, l’avvento degli strumenti di spettrometria molecolare e di massa e test molecolari su piattaforma multiplex ha rivoluzionato l’approccio: in particolare, gli ultimi progressi tecnologici hanno aperto la strada allo sviluppo e al miglioramento dei test rapidi point-of-care (POC) sul territorio, poi da confermare in laboratorio.

Gli strumenti basati sul rilevamento di antigeni e di DNA/RNA hanno rivoluzionato il campo, consentendo una diagnosi più rapida e sensibile rispetto alla microscopia o alla coltura tradizionali e mettendo in luce la possibilità di effettuare uno screening nei gruppi a rischio. Inoltre, i test rapidi recentemente messi in commercio, in grado di rilevare la presenza di resistenze antimicrobiche per le IST, rappresentano un importante passo in avanti nella lotta contro l’antibiotico-resistenza”.

La prevenzione con lo screening

La prevenzione attraverso lo screening costituisce uno degli strumenti principali per il controllo delle IST, che, se non diagnosticate e trattate con tempestività, possono provocare gravi sequele, soprattutto di fertilità e di malattie oncologiche. Grande attenzione a questo aspetto è emersa nella tavola rotonda, promossa con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, dedicata alle complicanze da infezione da Chlamydia trachomatis, presente nel 7% delle donne giovani e rimanendo in 3/4 dei casi asintomatiche, con conseguenti ritardi diagnostici.

Sono intervenuti il Prof. Antonio Gerbase, Direttore del Centro HIV e altre Infezioni Sessualmente trasmesse GFMER, Ginevra; il Prof. Daniele Gianfrilli, andrologo, Professore Endocrinologia Università Sapienza, Roma; la Dott.ssa Anna Maria Lucchini, Responsabile CeMuSS ASL Città Torino; il Dott. Sergio Delmonte, Vicepresidente SIMaST; il Presidente SIMaST Dott. Luca Bello; la Direttrice Centro Operativo AIDS ISS Barbara Suligoi. Tanti i temi affrontati: l’importanza degli screening sulle donne under 25, MSM e maschi eterosessuali; la periodicità necessaria degli screening stessi; l’eventuale contagiosità di un soggetto positivo alla clamidia asintomatico; i tempi in cui la clamidia possa sviluppare complicanze severe. A fronte di questi interrogativi gli specialisti hanno valutato l’opportunità e la fattibilità di studi epidemiologici prospettici o retrospettivi.

A fronte di un’ampia disinformazione che colpisce tutte le età, la SIMaST ha lanciato uno strumento con taglio divulgativo per ampliare la conoscenza della prevenzione, dei rischi, dei possibili rimedi. “La nostra società scientifica si apre al pubblico, rivolgendosi soprattutto ai più giovani – sottolinea Luca Bello, Presidente SIMaST – Al congresso abbiamo presentato il “Vademecum di prevenzione delle Infezioni Sessualmente Trasmesse”.

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