L’attacco dell’Iran a Israele gela le Borse. Preoccupate da una escalation in Medio Oriente, le piazze finanziarie europee chiudono tutte in rosso ad eccezione di Londra, salita dello 0,48%. Milano è invece calata dell’1,04% mentre Francoforte e Parigi hanno ceduto rispettivamente lo 0,58% e lo 0,81%. In rosso anche a Wall Street, dove il Nasdaq e lo S&P 500 pagano il prezzo più alto e si avviano a un ottobre che appare tutto in salita in attesa delle elezioni americane.
Corrono invece il petrolio e l’oro. Il Wti avanza del 5% e rivede quota 71 dollari al barile. Avanza deciso anche il Brent: le quotazioni non solo recuperano le perdite di quasi del 3% di avvio seduta, ma arrivano a guadagnare il 5%. L’oro sale invece dell’1,12% confermandosi, insieme ai Treasury americani, un bene rifugio per eccellenza. L’incursione israeliana in Libano e l’attacco diretto dell’Iran a Israele preoccupano gli investitori perché, affermano alcuni analisti, aprono scenari inediti in un momento di incertezza della politica americana in attesa delle elezioni presidenziali.
La corsa alla Casa Bianca procede serrata e, in assenza di una chiaro leader, gli investitori procedono già con cautela, anche se sollevati dalla nuova linea della Fed, che ha aperto una stagione di tagli dei tassi. Dopo una riduzione di mezzo punto, è possibile che entro al fine dell’anno ci siano altre due sforbiciate da un quarto di punto a meno di sorprese legate a improvvise fiammate sui prezzi. Di fronte alle tensioni in Medio Oriente a Wall Street corrono i titoli della difesa. Northrop Grumman guadagna il 4,3%, L3Harris Technologies il 3,6% e Lockheed Martin il 3,4%. Rialzi he compensano le perdite nel settore tecnologico, con Nvidia e Apple le più pesanti.