La Luna di Saturno potrebbe ospitare la vita sotto la superficie

Queste complesse molecole, prodotte nell’atmosfera di Titano, sono particolarmente interessanti poiché forniscono indizi su come si siano formate le prime reazioni chimiche sulla Terra
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La luna Titano di Saturno, con la sua unica composizione e le sue condizioni atmosferiche, rappresenta uno dei corpi celesti più intriganti del nostro sistema solare per la ricerca della vita. Spesso considerata una sorta di “gemella” della nostra Terra primordiale, Titano si distingue per la sua ricca chimica organica, che la pone in cima alla lista dei luoghi da esplorare nella ricerca di forme di vita extraterrestre.

Un ambiente ricco di molecole organiche

Contrariamente ad altre lune ghiacciate di Saturno e Giove, Titano vanta una chimica complessa, con una varietà di molecole organiche che potrebbero essere fondamentali per la vita. “Sappiamo che ci sono migliaia e migliaia di diverse molecole complesse che sono prodotte da reazioni per lo più indotte dalla luce solare sul metano,” ha affermato Conor Nixon, scienziato planetario del Goddard Space Flight Center della NASA. La superficie di Titano è composta principalmente da metano ed etano, creando un paesaggio che potrebbe sembrare il sogno di ogni petroliere, ma che al contempo suscita domande sul potenziale biologico del corpo celeste.

Titano ha un diametro di circa 1.500 km, superando quello della nostra Luna, e presenta un’atmosfera densa e instabile. “Titano è l’unica luna che conosciamo nel nostro sistema solare che ha un’atmosfera densa e instabile,” ha detto Nixon, aggiungendo che potrebbe anche avere un oceano d’acqua sotto la superficie, un ambiente che potrebbe rivelarsi ospitale per forme di vita.

Le molecole prebiotiche su Titano

Il benzene, una molecola organica con un anello di carbonio a sei lati, è stato già rilevato su Titano. Anche se non è considerato un “mattoncino della vita“, la sua presenza indica che strutture molecolari complesse possono formarsi in questo ambiente. Nixon ha dichiarato: “Le molecole PANH – idrocarburi policiclici aromatici (contenenti azoto) – come la piridina e la pirimidina sono un passo più complesse del benzene, perché includono azoto e carbonio in un anello a sei lati.” Anche se le molecole di PANH non sono state ancora rilevate in modo definitivo su Titano, ci sono forti indizi della loro esistenza. “Queste molecole di PANH sono molto interessanti per l’astrobiologia, dal momento che sono un passo più vicine alle basi nucleotidiche, i mattoni biologici contenenti azoto dell’RNA e del DNA,” ha aggiunto Nixon.

Queste complesse molecole, prodotte nell’atmosfera di Titano, sono particolarmente interessanti poiché forniscono indizi su come si siano formate le prime reazioni chimiche sulla Terra, le stesse che hanno portato alla creazione di amminoacidi e, infine, di DNA e RNA. La capacità di osservare queste reazioni su Titano potrebbe rivelare importanti informazioni sulla chimica prebiotica.

La questione dell’atmosfera di Titano

Una delle domande chiave riguardanti Titano è come abbia mantenuto una densa atmosfera per lunghi periodi. “Se si fa evaporare tutto il metano dai mari nell’atmosfera, non si può ancora arrivare molto lontano in lunghi periodi di tempo geologico,” ha osservato Nixon. Nonostante l’abbondanza di metano, che si riscontra nei mari e nei laghi ghiacciati della luna, è difficile spiegare come questa atmosfera sia riuscita a perdurare per miliardi di anni, soprattutto se comparata ad altre lune ghiacciate, le cui atmosfere sono molto più sottili.

Questa densità atmosferica potrebbe essere cruciale per l’emergere di una chimica ricca, capace di evolversi in molecole precursori della vita. Comprendere questo fenomeno è uno dei principali obiettivi della prossima missione della NASA, Dragonfly.

La missione Dragonfly

Dragonfly è una missione innovativa della NASA, che prevede l’invio di un velivolo ad ala rotante sulla superficie di Titano. Questo drone, delle dimensioni di un carrello da golf, utilizzerà otto coppie di rotori per saltare da un punto all’altro sulla luna, raccogliendo dati e informazioni vitali. Con un lancio previsto per luglio 2028, Dragonfly è atteso su Titano nel 2034 e avrà il compito di esplorare vari siti promettenti, cercando di scoprire processi chimici prebiotici simili a quelli che hanno caratterizzato la Terra primordiale. “L’atmosfera di Titano è densa e densa ed è un ambiente perfetto per decollare e volare,” ha spiegato Nixon. Il velivolo decollerà, volerà per alcune miglia, atterrerà e poi condurrà nuove misurazioni.

Tuttavia, è importante sottolineare che Dragonfly non sarà in grado di rilevare forme di vita direttamente. “Potrebbe rilevare le basi nucleotidiche,” ha specificato Nixon, aggiungendo che è improbabile che telescopi come il James Webb trovino livelli significativi di queste molecole nell’atmosfera.

Verso un futuro di scoperte

La conclusione che emerge dalle attuali ricerche su Titano è che il potenziale per la vita sotto la superficie è intrigante e merita ulteriori esplorazioni. “Non sappiamo ancora quanto grandi diventino queste specie chimiche su Titano,” ha detto Nixon. La sua ricerca si concentra su dove possa condurre questa chimica organica e se possa portare a ciò che chiamiamo “precursori della vita” o chimica prebiotica.

Titano non è solo un oggetto di studio affascinante; è una finestra sul passato chimico del nostro sistema solare e una potenziale chiave per comprendere le origini della vita. Con le future missioni spaziali, come Dragonfly, la comunità scientifica è pronta a esplorare più a fondo i misteri di questa luna unica e a rispondere a domande che da tempo affascinano astronomi e astrobiologi.

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